Festival di Sanremo: 5 artisti ingiustamente snobbati

Bloody Beetrots ha partecipato al Festival di Sanremo 2014 insieme a Raphael Gualazzi

 

Si è concluso sabato il Sessantaquattresimo Festival di Sanremo. Il Centro Studi sta preparando un’analisi sul rapporto tra questa kermesse musicale e la società. Nel frattempo ha preparato una classifica degli snobbati dal Festival, elencati rigorosamente in ordine cronologico. Quali sono i vostri?

 

 

1966: Adriano Celentano, Il Ragazzo della via Gluck

Nel 1966 Celentano si presenta al Festival di Sanremo con Il Ragazzo della Via Gluck, uno dei 45 giri più famosi della sua carriera. Si porta dietro 50 persone del Clan Celentano, la sua etichetta discografica e impone la partecipazione dei Ribelli con A la Buena de Dios (che si posizioneranno meglio di lui). Si esibisce in un’infelice esibizione della canzone insieme al Trio del Clan e viene eliminato alla prima sera. Nonostante questo flop Il Ragazzo della Via Gluck ottiene un successo enorme…e una risposta geniale del Signor G

 

1967: Luigi Tenco, Ciao Amore Ciao

E’ il 1967. Luigi Tenco porta Ciao Amore Ciao al Festival di Sanremo. La giuria popolare lo boccia e non viene ripescato. Lui torna al Savory Hotel e si spara. Nella camera d’albergo viene trovato questo biglietto:

 

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi

 

Fabrizio De Andrè gli dedicherà Preghiera In Gennaio, scritta al ritorno dal suo funerale.

 

1983: Vasco Rossi, Vita Spericolata

3 febbraio 1983. Vasco va al Festival di Sanremo per la seconda volta consecutiva. L’anno prima con Vado al Massimo era arrivato penultimo in finale. E si era portato via un microfono attaccato al filo. Non gli va meglio questa volta: venticinquesimo con Vita Spericolata (e abbandono del palco a canzone non conclusa).

La partecipazione a questa kermesse, però, è stata una delle tappe fondamentali della sua carriera. É anche grazie a Sanremo che il cantautore modenese ha creato la sua immagine di ribelle. E proprio in quegli anni è cominciato il suo successo.

 

 

2000: Subsonica, Tutti i miei sbagli

Microchip Emozionale è l’album più conosciuto e apprezzato dei Subsonica. Disco di Platino, dalle sonorità mai bissate, come lo stesso gruppo ammette ironicamente in Benzina Ogoshi. A contribuire a questo successo è stato il singolo Tutti i Miei Sbagli, brano con cui la band torinese decise di partecipare al Festival di Sanremo nel 2000 (aggiunto ex post all’album). La canzone fu un successo, ma non diede troppe soddisfazioni ai Subsonica. Undicesimi su Sedici. Con l’aggravante di finire dietro Non dirgli mai di Gigi D’Alessio.

 

 

2014: Bloody Beetroots e Raphael Gualazzi, Liberi o no

The Bloody Beetrots è un’eccellenza musicale italiana, conosciuta e apprezzata in molte parti del mondo. Ed è un gran bene perché significa che non esportiamo soltanto Laura Pausini che canta in Spagnolo. La sua scelta di partecipare con Raphael Gualazzi al Festival di Sanremo, non proprio il suo palcoscenico ideale, poteva sicuramente destare alcune perplessità. E invece Liberi o no è tutto sommato un bel pezzo. Niente a che vedere con i numerosi capolavori presenti in Romborama e Hide, ma per il Festival una canzone sopra la media. Proprio per questo pensavamo sarebbe finito nei bassifondi della classifica. E invece eccolo lì, nel terzetto che se la gioca fino all’ultimo. Ed è qui che si materializza lo scotto: secondo dietro Arisa. Come perdere una finale di Champion’s contro il Borussia Dortmund.

26/02/2014
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