“Fateci vedere, che esistiamo”



E’ l’urlo liberatorio di un metalmeccanico al cospetto delle forze dei media schierate davanti allo striscione, alla partenza della fiaccolata organizzata dalla Fiom per protestare contro il piano di Sergio Marchionne. Gli operai esistono, e l’hanno dimostrato oggi pomeriggio a Torino. Partiti da Piazza Statuto, hanno inondato Via Garibaldi, poi Piazza Castello, facendosi largo fra lo shopping dei saldi. Erano migliaia. “Non diremo che siamo 40mila” ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, alla piazza, “siamo tanti e ci basta”. Erano presenti, oltre alla Fiom, rappresentanze dell’Idv, del Movimento 5 stelle, della Thyssen Krupp (con striscione listato a lutto), Sinistra Critica, e altri. Ovunque, le sciarpe rosse del sindacato dei metalmenccanici.


Paolo Flores D’Arcais, direttore della rivista Micromega, ha ringraziato pubblicamente i 61mila sottoscrittori dell’appello di solidarietà agli operai lanciato dal giornale, anche a nome di Andrea Camilleri e Margherita Hack. Cartelli con la scritta “Sì ai diritti, no ai ricatti. La società civile con la Fiom” venivano portati al collo dai manifestanti: al di sotto dello slogan, le opinioni dei sottoscrittori, con nome e cognome. Ha inoltre definito “antisindacale” e “ricattatorio” il gesto di questa mattina della dirigenza Fiat, che ha organizzato assemblee in fabbrica per spiegare il piano di rinnovamento dell’azienda. “Non c’è un piano nel gruppo, il referendum non è il punto”, ha detto il filosofo, “il punto è che l’azienda non ha reale consenso, a prescindere dal sì o dal no”.


Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom, ha definito “osceno” l’appoggio a Marchionne dichiarato oggi pomeriggio dal presidente Silvio Berlusconi, in visita in Germania. Ha notato anche un’assenza ingombrante: quella della famiglia Agnelli, proprietaria dell’azienda, che fino ad ora non si è esposta. “Dovrebbe difendere Torino, che gli ha dato tanto”, dichiara il sindacalista. Applausi.


Il fil rouge che ha attraversato gli interventi è stato soprattutto questo: qualunque sia il risultato del referendum, sarà un risultato viziato. Mutuo della casa, figli da mandare a scuola, sopravvivenza: queste le ragioni del sì, non un’adesione ideale alla politica dell’azienda. E’ un problema più ampio di democrazia, e come tale investe l’intera società italiana, non solo gli operai. E, aggiungeremmo, di trasparenza: è opportuno ricordare che il testo non è stato diffuso – sono note alcune linee guida, ma di fatto si va a votare qualcosa che si conosce solo attraverso il filtro dei sindacati o, da stamattina, dell’azienda.


La manifestazione di oggi è stata preceduta dalla flash mob dell’associazione Terra Del Fuoco – una catena di montaggio inscenata nella piazzetta davanti al Comune, a ritmo di musica classica. Slogan: “Se io fossi un operaio”. Uno schermo campeggia sotto il monumento, con la scritta “128 movimenti ripetuti”. E verrà seguita da assemblee in fabbrica (domani) e uno sciopero generale della categoria che avrà luogo il 26, unitamente ad una manifestazione dei metalmeccanici piemontesi.

12/01/2011
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