Domenica in centro: blocco delle carriole



Domenica 28 marzo il “popolo delle carriole”  è tornato nel centro storico dell’ormai città fantasma dell’Aquila. I circa duecento cittadini volenterosi si sono presentati ai confini della zona rossa di prima mattina, nonostante il divieto della prefettura di oltrepassare tale confine, armati di vanghe, picconi, carriole e caschetti, oltre che della consapevolezza di voler riprendere col proprio sudore la propria città.
Ad attenderli questa domenica hanno trovato gli uomini della Digos, anche loro armati, per fortuna solo di nastri, transenne e taccuini per verbali.

Le forze dell’ordine hanno immediatamente cominciato il sequestro degli oggetti che  danno nome al popolo in protesta e allo stesso tempo sono basilari per il lavoro: le carriole. In tutto quindici quelle sequestrate e venti “non ammesse” ad entrare nel centro storico.
Gli organizzatori della “protesta lavorativa” aspettavano un’eventualità di questo genere e avevano precedentemente nascosto in un tendone nei pressi di Piazza Duomo altre carriole, clandestine.
Verbalizzati i sequestri sono quindi entrati nel centro storico sotto le vesti di normali cittadini, esattamente quelli che erano prima del sisma del 6 aprile del 2009. Esattamente quello che vorrebbero tornare a essere ora, senza diventare mezzi di una propaganda elettorale che finora, fisicamente parlando, ha solo snaturato i posti della loro vita.
Una volta raggiunta piazza Duomo hanno recuperato le carriole nascoste e, formando un corteo sulla via principale, si sono diretti verso piazza Nove Martiri. Giunti in piazza hanno ripreso i lavori in programma, cercando di sottrarre quelli che erano spazi pubblici alla presenza delle macerie, sotto l’occhio di numerose telecamere.
Finiti i lavori della domenica si sono seduti in assemblea, nei “loro” spazi pubblici, e hanno deliberato il da farsi per la prossima domenica.
La Digos non è mai intervenuta, né durante i lavori, né durante l’assemblea. Si è limitata a osservare, identificare e registrare solo i nomi dei manifestanti, poichè le carriole non hanno una targa segnaletica.


di Toni Castellano

01/04/2010
Articolo di