Diritto a scuola, la risposta

Non poteva passare inosservata la dichiarazione della neoeletta consigliere regionale Augusta Montaruli che potete trovare in questo articolo: Polemica politica per gli istituti torinesi scocciati.

Davide Mattiello, presidente di Acmos, ha risposto con questa riflessione che pubblichiamo:


“Curioso l’argomentare della consigliera Montaruli.
Facciamo un esempio: immaginiamo che un Ente pubblico contribuisca finanziariamente alle attività di un ospedale in un territorio di guerra. Immaginiamo che questo ospedale funzioni bene, accolga molti pazienti, li curi, li assista. Immaginiamo che pazienti e medici si rendano conto che la causa di tanta sofferenza sta nella guerra che si continua a combattere e decidano insieme di fare un’azione dimostrativa per denunciare la guerra, chiedendone la cessazione. Immaginiamo che a questo punto l’Ente pubblico finanziatore chiuda l’ospedale perchè ha esorbitato dal suo compito.  ACMOS riceve contributi pubblici da 11 anni per lavorare nelle scuole, con migliaia di studenti, docenti e genitori contro la dispersione scolastica, contro il fenomeno del bullismo, contro le forme di illegalità, contro le dipendenze che mortificano la giovinezza, per la democrazia, l’inclusione, il rispetto, perchè si diffonda la cultura dell’accoglienza, della dignità del lavoro, della Costituzione. Ed è proprio perchè da anni lavoriamo onestamente in questo modo che raccogliamo e condividiamo il grido che arriva dalla scuola. Una scuola saccheggiata della sua funzione, è una scuola che fatalmente non riuscirà a realizzare il proprio obiettivo: garantire all’Italia un futuro di benessere e di pace. E’ una scuola che purtroppo rischia di preparare il conflitto sociale. Questo grido l’abbiamo fatto nostro e gli abbiamo dato forma, con l’azione di venerdì notte.
Le persone leali e coraggiose di entrambi gli schieramenti politici credo che non possano che apprezzare il nostro gesto: sarebbe stato per noi molto più comodo tacere e tutelare i nostri interessi di bottega con un atteggiamento remissivo. Ma noi siamo quelli dell’anti mafia di Libera e siamo abituati a non farci i “fatti nostri per campare cent’anni”.
Chi cura i pazienti, perchè ama la vita, non può che denunciare la guerra. Quale politico, quale Istituzione, di fronte a questo comportamento minaccerebbe l’ospedale, tagliando i fondi? Chi per non sentire il grido di dolore delle vittime, toglierebbe di mezzo i medici?
Come se qualcuno cercasse di incriminare i medici di Emergency, per impedire una presenza scomoda di denuncia contro la guerra.
Ops!”







Positivamente scioccante, apprezzata per contenuti e modalità, capace di trovare spazio tra i mezzi di comunicazione italiani, oggetto di critiche. E’ tutto questo e molto altro, l’azione che Acmos ha portato a termine nella notte tra venerdì e sabato. Una dimostrazione, una flash mob, per opporsi ai tagli alla scuola pubblica, e rivendicare la centralità dell’istruzione nella formazione dei cittadini del futuro.

Quel nastro con la scritta ” Diritto a scuola – Chi ci vuole ignoranti ci ruba il futuro”, ha avuto il merito di mettere nell’agenda dei media il tema della scuola, troppo spesso dimenticato.

Ora è giunto il momento di trarre un bilancio dell’iniziativa e continuare a lavorare perché la scuola assolva al proprio ruolo formativo.

Nelle parole di Davide Mattiello, presidente di Acmos, le ragioni dell’azione.





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27/04/2010
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