Il corridoio di una nuova Casa

siria

 

 

La notizia dell’apertura di corridoi umanitari per i migranti in fuga dalla guerra è una boccata di ossigeno in un momento in cui la strategia del terrore ci porterebbe a chiudere tutte le porte e a cercare nelle politiche repressive l’unica risposta possibile alle migrazioni.
I due soggetti che promuovono questo esperimento sono la
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e la Comunità di Sant’egidio, che hanno deciso di investire parte del ricavato dell’8 per mille per garantire ai profughi un viaggio legale e dignitoso, che eviti loro trattamenti disumani e non ingrassi le mafie internazionali.
Si tratta di numeri apparentemente piccoli ma così non è: grazie all’accordo interministeriale firmato il 15 dicembre, si prevede il rilascio di visti umanitari per i primi 1.000 migranti che arriveranno a inizio 2016 nel nostro Paese. I luoghi di provenienza ad oggi previsti sono il Libano, dove la Papa Giovanni XXIII con l’operazione Colomba è ‘antenna’ del progetto, e il Marocco, dove la Comunità di Sant’Egidio ha un presidio territoriale capace di selezionare i beneficiari.
Sul territorio saranno accolti grazie alla rete attivata da tutti i soggetti promotori di questa iniziativa: in primis centri pastorali e parrocchie, che accoglieranno i profughi e li accompagneranno nelle attività d’integrazione e di accesso ai servizi. Un sistema completamente basato sulla capacità messa in moto dal volontariato, lontano dalle logiche ‘affaristiche’ di Mafia Capitale. Come dimenticare quella frase che un anno fa ci lasciò a bocca aperta: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”, così diceva Buzzi intercettato dagli inquirenti.
Acmos ha già dato la sua disponibilità a essere tra i soggetti che accompagneranno l’arrivo e l’accoglienza delle famiglie siriane che da gennaio saranno in Piemonte. Nei prossimi giorni approfondiremo la tematica con i referenti delle organizzazioni promotrici: state sintonizzati.

18/12/2015
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