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Per sgombrare il campo da equivoci, diremo subito che non si tratta di un miliardario texano o del conto al ristorante, che ordinano gli stranieri (anche perchè mancherebbe una “L”). Si tratta del “Benessere interno lordo”, un sistema diverso per calcolare le effetive condizioni di vita, incrociando vari fattori; quest’analisi, quindi, differisce dal classico PIL (prodotto interno lordo), considerato da molti superato e inadeguato a cogliere lo stato di benessere reale.  Un’apposita commisione, voluta dal Presidente Sarkozy, guidata dall’economista premio Nobel Joseph Stiglitz, si è occupata di di stilare gli indicatori di benessere. Così si trovano la sanità e la speranza di vita, l’istruzione e il tasso di iscrizione all’università, le spese personali di svago (cinema, teatro, sport, viaggi…), l’affluenza alle urne, l’ambiente (emissioni di CO2), i crimini commessi e i rapporti sociali presenti. In Italia, provando a tenere in considerazione questi paramentri, Il sole24 ore ha pubblicato una classifica delle città: non vince il nord produttivo e operoso per antonomasia (infatti Milano, la regina del PIL, si ferma solo al 37° posto), bensì il triangolo Romagna-Marche-Toscana, con Forlì-Cesena al primo posto; a chiudere l’elenco Siracusa, in buona compagnia di altre città siciliane, per il suo inquinamento ambientale.

Chissà che non sia la volta buona per rivedere valutazioni grossolane, del nostro benessere di vita, riuscendo a cogliere aspetti di sostenibilità a 360°. Intanto, di questi e altri temi limitrofi, discuteremo la prossima primavera, quando Torino sarà la capitale europea dei giovani, con Democrazia 2.0.

Stay tuned!


19/10/2009
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