Comincia la Primavera, fiorisce la Giustizia
Lunedì, 21 marzo 2016. Si prospetta una giornata calda, si respira persino l’elettricità nell’aria, segno che ormai la primavera è alle porte. È il giorno della Memoria.
Noi altri osserviamo le strade del centro di Torino, mentre le attraversiamo; sembrano immerse nella solita routine quotidiana, eppure c’è elettricità nell’aria.
Sembra che tutti sappiano che giornata sia oggi e che al contempo molta gente taccia. Il silenzio può risultare una vera e propria dimostrazione di egoismo, sopratutto quando l’argomento di cui si tratta è la mafia, con tutte le sue tragiche sfaccettature. Più ci avviciniamo alla piazza – dalla quale ha inizio la manifestazione – e più le strade cominciano a sembrare più strette e affollate. La nostra classe arriva a destinazione, e io non posso che spalancare gli occhi di fronte al quadro generale che mi si para davanti: Piazza Vittorio è completamente piena di persone, di ogni genere; studenti e insegnanti (provenienti dalle scuole più disparate), lavoratori e altri ancora. Verso le 10:00 comincia la marcia verso Piazza Carignano.
Si canta, si urla ciò che si pensa, sembra quasi di marciare contro corrente: contro la mafia, che probabilmente è presente all’evento di “Rivoluzione sociale”. La voce dei giovani si fa sentire: i nomi di molte vittime vengono urlati con enfasi, inni improvvisati vengono cantati a squarciagola; uno spettacolo travolgente.
L’arrivo in Piazza Carignano porta con sè un velo di silenzio; seduti o in piedi sotto il sole cocente, noi tutti aspettiamo di assistere al vero cuore della manifestazione: la lettura dei nomi delle vittime della mafia. Il palcoscenico si erge al fondo della piazza, dove alcune persone sono in procinto di parlare. Il tempo sembra fermarsi. I nomi elencati rappresentano le 900 vittime. Quando, poi, ne riconosciamo qualcuno, lo stomaco si stringe un pò di più. Salgono sul palco anche i parenti delle vittime a parlare; sentire le loro voci addolorate è un colpo al cuore e spinge noi giovani ad aprire gli occhi sulla realtà cruda dei fatti.
Sembra proprio che l’associazione “LIBERA”, che si occupa di organizzare le varie manifestazioni per il “Giorno della Memoria” ogni anno, abbia colto nel segno. L’associazione, attiva dal 29 marzo 1995, ha come obbiettivo principale la sollecitazione della società civile nella lotta alle mafie e la promozione di legalità e giustizia.
È un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole e realtà di base che s’impegnano nella diffusione della verità. Non è difficile immaginare la situazione critica in Piemonte, dove i clan calabresi sono radicati ormai da tempo e, quindi, come la lotta contro le mafie sia ancora una lunga strada da percorrere.
Ovviamente, la strada non sarà di certo facile o in discesa, ma è sicuro che impegnando tutte le nostre forze e unendoci verrà fatta giustizia.