Come mai sempre in c**o agli operai?



L’esplosione della bolla speculativa finanziaria ha investito tutto il mondo, con diverse ripercussioni a seconda della stabilità economica dei paesi. La crisi è un fenomeno galoppante quanto difficile da dipingere. La Grecia cola a picco per bancarotta e simile è la situazione di Spagna e Portogallo. In Italia, per lungo tempo, tra le ricette governative ritenute più efficaci venivano annoverate “il sorriso a 32 denti”, l’ottimismo e varie formule di condono e rientro di capitali illecitamente esportati.


Ora, però, pare che i rimedi messi in campo, “stranamente”, non siano sufficienti ad evitare la catastrofe; così si passa inevitabilmente a sforbiciare le spese dello stato. Il Cdm ha varato la manovra economica 2011-2012, salutata da opposizione e Cgil come una stangata per i lavoratori.


Fascia sociale che ha pagato maggiormente la crisi, per il progressivo dissolvimento dello Stato Sociale.


I tempi bui dell’economia mondiale hanno determinato il peggioramento di una piaga che il “Bel Paese” conosce da tempo immemore: la disoccupazione. Problema strutturale che non vede una soluzione.

Secondo gli ultimi dati Istat di inizio anno, lo stato dell’occupazione è un quadro a tinte fosche. Il tasso di disoccupazione si attesta all’8,6% con un aumento in un solo anno del 1,3%. Altissima, inoltre, la percentuale di giovani senza un’occupazione, pari al 26,8% del totale, con un aumento rispetto al 2009 del 2,6%.

La crisi quindi si manifesta, soprattutto, tra le  fasce più deboli che devono fare inoltre i conti con livelli retributivi tra i più bassi in Europa. Secondo i dati del rapporto 2010 dell’Eurispes, l’Italia si piazza al 23esimo posto, sui 30 paesi presi come campione, con un salario medio annuo pari a 21mila euro. I lavoratori italiani incassano salari tra i più bassi dei paesi industrializzati, il 17% in meno della media Ocse. Non solo. Nell’ultimo ventennio, secondo l’Organizzazione internazionale del Lavoro, il valore delle retribuzioni degli italiani sarebbe diminuito del 13% rispetto al Pil. Inutile chiedersi  chi abbia beneficiato di questa fetta di ricchezza prodotta in Italia. Chi ci ha guadagnato ha appena fatto rientrare i capitali illecitamente trasferiti all’estero. I loro nomi? Ignoti, purtroppo. E’ la legge, passata grazie alle assenze in aula del Pd, a stabilirlo.

26/05/2010
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