Beni confiscati: lo scempio della vendita

caccia


Il Senato ha approvato in finanziaria un emendamento che prevede la possibilità di vendere i beni confiscati alle mafie.

Se l’altro ramo del parlamento ratificherà la proposta, completando così l’iter legislativo, i beni confiscati potranno essere venduti anzichè essere riutilizzati socialmente e restiutiti alla collettività.


Un assurdo. Un colpo di spugna con cui ci si leva la maschera?

Anzichè iniziare a confiscare anche i beni dei corrotti, come prevedeva la raccolta di oltre un milione di firme del 1996, anzichè incentivare ed aiutare percorsi che sanno di giustizia sociale, la politica si dimostra sorda, cieca e senza rispetto.


O forse la politica ci vede e ci sente benissimo e vuol solo completare un disegno diabolico?

Far rientrare i capitali illeciti e poi permettere ai mafiosi di ricomprarsi i beni confiscati.


Restituiremo il maltolto alle mafie, in cambio di un “congruo” riscatto?

Di certo non è il riscatto per come lo intendiamo noi del popolo di Libera. Riscatto della dignità, riscatto morale ed etico. Un riscatto che oggi è possibile vedere in tutte le cooperative di Libera Terra e in tutti i beni (oltre 9000) in cui germoglia una vitalità giusta e non la sopraffazione, i soprusi e la legge del più forte.


C’è da augurarsi che si levino gli scudi (non quelli fiscali) per difendere la legge 109 del 1996, una legge già mutilata rispetto alla proposta, ma una delle poche leggi, lineari e funzionali che hanno in questi anni lasciato il segno nella lotta alla criminalità organizzata, perchè la colpisce al cuore e nel vivo degli interessi, al contrario di questo emendamento vergognoso.


Per approfondire:


liberainformazione


il Fatto Quotidiano


Scarpinato: perchè lo scudo fiscale favorisce il riciclaggio


il sito governativo sui beni confiscati





17/11/2009
Articolo di