Banco de España sotto inchiesta

 

«La forma migliore di fronte agli indizi di delitto era voltare lo sguardo da un’altra parte».

 

Così si legge nelle ultime righe dell’ispezione che ha scosso il Banco de España, la nota banca dello Stato di Rajoy, nelle ultime settimane. Non è un caso che in periodo di crisi si accentui il numero di scandali di corruzione e che le prime pagine dei giornali siano occupate dall’indignazione per la speculazione non autorizzata di banche e istituti di credito che dilapidano denaro senza averne l’autorizzazione: i cittadini, ai quali ogni giorno viene ridotta una fetta di diritti direttamente calcolabile in denaro, sembrano indignarsi sempre più.

 

La penisola iberica non fa eccezione: nell’ultimo anno molti casi sono finiti in tribunale, come quello del Banco de Valencia e della CAM, o il caso Bankia, ed è di questi giorni la notizia che la revisione del Banco de España rivela moltissime falle nel sistema di supervisione delle attività. Luis Linde, il governatore, annunciò l’anno passato che avrebbe aperto una indagine per migliorare i sistemi di supervisione della banca, a quanto pare con insuccesso. Da quanto si evince per ora dalle indagini, pare che il sistema fosse sempre quello di chiudere un occhio. Anche con la giustificazione della crisi, la storia non regge: non solo si ha taciuto su possibilità di delitto lievi, ma anche su questioni ultramiliardarie, tra le quali quella di Alfredo Sàez, poi condannato penalmente. I problemi sarebbero causati, secondo gli Ispettori, dall’incompetenza dei vertici. Risulta però, quella del silenzio, una pratica consolidata: già nel 2005 e nel 2006 il Banco de España aveva mostrato gravi errori nella fase di supervisione delle operazioni bancarie, palesemente volontarie e non accidentali. Il problema, proseguono gli Ispettori stessi, sembra crescere però nel momento della crisi: tra il 2009 e il 2011 il Banco ha effettuato operazioni di salvataggio a causa della mancanza di liquidità, e sarebbe proprio in questa occasione che hanno avuto luogo i silenzi più imbarazzanti.

 

La questione sembra allarmare il Paese: El País sostiene la ormai totale mancanza di credito nei confronti di una delle istituzioni spagnole che più dovrebbe avere voce in capitolo nella questione di ispezioni e supervisioni bancarie.

In seguito all’indignazione generale e della pubblicazione quasi totale del resoconto degli Ispettori, la Fiscalía General del Estado ha aperto un’indagine sulla banca, per verificare se esistano realmente delitti penali punibili. Come primo passo ha richiesto tutte le carte e i resoconti scritti della banca, per confrontarli con le pubblicazioni delle ispezioni in materia di supervisione. In qualche mese, verosimilmente, la Spagna verrà a conoscenza degli occultamenti effettuati dai supervisori del Banco, ma quello che non potrà recuperare saranno la dignità dell’Istituzione bancaria e la liquidità perduta nel chiudere un occhio in operazioni supermiliardarie. A rimetterci, insomma, saranno sempre i cittadini comuni, che si vedono bloccare l’euro e sottrarre benefici in continuazione, per disperdere poi lo stesso denaro in corruzione o lascivia.

17/01/2013
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