Ancora on the road

scampiaUn giovane che ha inghiottito un vecchio saggio. E’ questa la sensazione che hai a sentire parlare Rosario Esposito La Rossa, 19enne di scampia, autore di "Al di là della neve"
L’idea di questa carovana è nata proprio a partire dalla conoscenza dell’associazione da lui fondata Vo.di.sca. (Voci di Scampia) che ci ha fatto tornare il desiderio di “affacciarci” in Campania, terra che sempre ci accoglie con grande calore e che negli ultimi anni ha visto un continuo alternarsi di stagioni buie, fatte di morti ammazzati e problemi sociali (uno tra tutti, il lavoro) e stagioni assolate, fatte di rivincite della società civile e della politica.
Durante questi tre intensi giorni abbiamo assaporato le une e le altre, cercando di capirci un po’ di più e cercando di portare un po’ della farina del nostro sacco, per poter lavorare insieme nei prossimi mesi, anni, secoli!

Ecco la cronaca dell’avventura:
Tutto è cominciato il 24 dicembre, quando una troupe della Rai ha
deciso di dare spazio alla nostra carovana e abbiamo “approntato” la
partenza, iniziando a calarci nella parte dei carovanieri! (a dire il
vero, c’era anche qualche infiltrato!)
Poi il 27 mattina, tutti carichi dai luculliani pasti affrontati
durante le vacanze, è stato il momento della partenza. 3,2,1: via! Con
un po’ di ritardo ma tanto entusiasmo, la numerosa ciurma si è mossa da
via Leoncavallo, avendo come prima destinazione il casello Asti Ovest:
lì ad attenderci c’erano Giuseppe, Michele e Marta, che da Asti e Alba
si accodavano alla carovana. Inutile provare a riprodurre lo sguardo
atterrito dei genitori della piccola Marta alla vista del presidente in
versione occhiale a goccia e giubbotto di pelle e del resto
dell’allegra brigata…
La “morte nera” fa strada, come sempre, anche se da dietro il ducato
“punta di cielo sereno o poco nuvoloso” spinge, tentando qualche volta
il sorpasso (e rischiando la morte, non per incidente, ma per reazione
del condottiero!). Si prosegue quasi senza sosta fino al mitico
“Chianti”:
un pensiero ad Elio Benvenuti.
Da qui la strada pare andar veloce, non troviamo neanche coda nel
tratto Barberino del Mugello-Roncobilaccio. Ma da Roma in avanti è
lunga assai. Caserta non arriva, la aneliamo ma non appare, tanto da
spingerci a credere d’aver sbagliato strada. Il mitico Valerio, che ci
aspetta insieme a tutti gli amici di Libera, ci tranquillizza e
proseguiamo, fino al mitico cartello con qualche foro di proiettile
“Casal di Principe”.
Imbocchiamo un paio di strade non asfaltate né illuminate, con ai lati
qualche cumulo di spazzatura, ed ecco che ci si para davanti il
santuario della Madonna di Briano, un luogo che oggi è presidio di
legalità, nel quale Libera trova sempre accoglienza, sia per bivaccare
come in questo caso, sia per fare conferenze e incontri pubblici.
Appena arrivati, in tempo zero siamo pronti ad ascoltare da chi ci
accoglie quale sia la situazione del territorio e come si stanno
muovendo per contrastare le difficoltà, tante, che si presentano loro
dinanzi. Il Coordinamento Don Peppe Diana ci infonde una sensazione di
fiducia, di capacità di prospettiva. Nonostante tutto, non c’è alcun
desiderio di abbandonare il campo. Lo scorso anno il Coordinamento si è
dato delle direttrici, delle linee guida, e da qui prosegue il suo
cammino con un piano triennale, da verificare nel 2009. Verrebbe da
dire: che sabaudi! Ovviamente noi siamo con loro e cercheremo di
seguire quanto più possibile le loro attività, coordinandoci dove
possibile. Ad esempio, stiamo pensando ad una sperimentazione per
creare un geo-blog sui beni confiscati, che abbia come punti cardine
Torino e Caserta.
Dopo la chiacchierata e il saluto telefonico dei genitori di don Diana
(siamo arrivati troppo tardi per andarli a trovare a casa), ripartiamo
alla volta di San Cipriano d’Aversa, dove ha preso il via un’esperienza
straordinaria: la NCO si trasforma da Nuova Camorra Organizzata in
Nuova Cucina Organizzata.
Una cooperativa di tipo B che cucina
formidabili piatti (non riportiamo il menu per non generare eccessiva
invidia nei lettori) e che è stata capace di trasformare un simbolo di
illegalità in un simbolo di legalità, presidio, fantasia! I ragazzi che
ci lavorano sono straordinari e non puoi non commuoverti quando Gianni
(un cameriere con la sindrome di Down) dice a Peppe Pagano (il
presidente della cooperativa) che “gli vuole bene” e lo ringrazia di
quello che ha fatto per lui e per gli altri (molti di loro arrivano da
percorsi di ricoveri in ospedali psichiatrici).
La serata corre via piacevole e tra un piatto e l’altro troviamo il
modo per raccontarci, ascoltarci, farci qualche regalo. Viva la NCO! (e
chi avrebbe mai pensato di dirlo!)

Il 28 dicembre partiamo presto, abbiamo troppa paura del traffico
napoletano e così il risultato è che arriviamo un’ora prima del
previsto nel centro di Napoli. Ne approfittiamo per fare due passi sul
Lungomare Caracciolo e “gustare” il sapore della città. Imbocchiamo una
viuzza del Borgo Santa Lucia e ci ritroviamo davanti al palazzo della
Giunta Regionale, dove da pochi giorni è stata inaugurata la “Bottega
dei Saperi e dei Sapori della Legalità”.
Uno spazio bellissimo, in
pieno centro, dove si possono trovare i prodotti Libera Terra ma anche
informazioni utili sull’associazione e le sue attività.
Qui ci attendono Geppino Fiorenza, referente di Libera e consulente
della commissione parlamentare antimafia, e Fabio Giuliani: nostre
“vecchie” conoscenze che ci raccontano l’avventura della bottega e ci
fanno il punto della situazione. Federico, volontario pensionato e
responsabile della bottega, ci spiega il lavoro di alcune comunità di
accoglienza da lui seguite e alla fine ci fa omaggio di un presepio
costruito da questi ragazzi, da portare in dono alla famiglia Masciari.
Da qui ci muoviamo verso il Centro di Documentazione contro la camorra,
che ha sede nel Centro Direzionale di Napoli: grattacieli e ampi
spiazzi, in perfetto stile americano, lasciano il posto a cumuli di
immondizia e lerciume, appena si scende al livello -1, ai parcheggi.
Dopo aver a lungo discusso con Fabio, del lavoro di Libera e della
situazione di Napoli oggi, è il momento di proseguire verso Melito,
piccolo centro nella prima cintura, dove l’associazione Placido
Rizzotto ha organizzato la presentazione del libro “Al di là della
neve” e la “prova aperta dello spettacolo” che sarà concluso in
primavera. E’ qui che abbiamo il primo contatto con Vo.di.sca.: ci si
presenta davanti con il volto di Giovanni, uno dei più piccoli del
gruppo, che subito esordisce salendo sulla “morte nera” e dicendo che
si vergogna e non vuole recitare! Lo incoraggiamo e dopo poco pare di
conoscerci da tempo: si scherza, ci si prende in giro, ci si sente
dalla stessa parte.
Prendiamo posto nella sala ed ecco che si avverte la sensazione del
“ventenne che ha inghiottito un vecchio saggio” : Rosario inizia a
parlare e le sue parole, la consapevolezza che ha di sé, le emozioni
che trasmette, non lasciano ombra di dubbio: già lo sentiamo uno di noi!
Ma ancora di più tutto il gruppo impressiona in scena, quando
recitando la loro storia, il loro territorio, senti l’autenticità
delle voci, le vibrazioni delle corde vocali che trasmettono vita
vissuta. E quando verso la fine Rosario recita la vicenda di suo
cugino, diversamente abile ucciso nel 2004 da una banda che voleva
lanciare un avvertimento a lui e ai suoi amici, senti mancare la terra
da sotto ai piedi. Antonio, il cugino di Rosario, oggi rivive nel suo
corpo e gli dà la forza per impegnarsi per Scampia, quartiere da cui
non ha nessuna intenzione di andarsene.
Andiamo via da Melito carichi di emozioni e c ci diamo appuntamento con
Rosario per l’indomani: decidiamo di concederci solo un pasto frugale
nel refettorio dell’istituto salesiano, per lasciare quanto più tempo
possibile alla condivisione. Così, qualche pizzetta e qualche
mozzarella di bufala (regalateci da Natalina Romanò!) da condividere
con gli amici Paolo e Marcello, di Terra del Fuoco Lecce, che hanno
raggiunto la carovana.
La serata è lunga: comincia alle dieci, ma c’è tanto da dire e tutti si
sforzano di dire la propria. Si fanno quasi le due…e c’è chi dice che
“sembriamo partiti da due mesi e sono solo due giorni”. L’intensità
dell’esperienza è difficile da raccontare.

“Se ne andranno loro, noi rimarremo”
ci dice Rosario quando la mattina
del 29 ci accoglie insieme a Lena, sua fidanzata da 5 anni e compagna
di strada in Vo.di.sca. . Ci presentiamo meglio a vicenda e ci
accorgiamo ogni momento di più che usiamo le stesse parole, che siamo
sulla stessa lunghezza d’onda. Ci fanno fare un giro nel quartiere,
spiegandoci che le vele sono solo un piccolissimo pezzo di un abitato
che conta circa 100.000 abitanti, anche se è stato studiato per 50.000.
Servizi, negozi, parole che qui non trovano accoglienza. Solo case,
case, case. Un quartiere dormitorio dove è facile far vincere il
sopruso, dove la legalità si rappresenta poco o nulla e l’istituzione è
lontana chilometri. Eppure loro stanno scalfendo la pietra: il libro,
le attività culturali, i viaggi di istruzione, le partite di pallone, i
murales…tante le cose che stanno facendo o che hanno in cantiere. E
ci tendiamo la mano: prossimi passi insieme il Treno della Memoria (a
cui parteciperà una delegazione di Vo.di.Sca.) e la presentazione del
libro di Rosario alla Torre di Abele, il 28 gennaio alle 18.

Il pomeriggio prosegue con l’ultimo incontro napoletano, quello con gli
A67. La band di Scampia porta in musica i valori in cui crede e canta
il riscatto della sua terra, la voglia di educare alla cittadinanza
attiva i giovani che non credono più che si possa cambiare rotta, in un
luogo così martoriato, in cui il valore della vita è pari a zero.
Daniele, il front man del gruppo, ci spiega il loro progetto “Voglia e
parlà”
, che ha portato nelle scuole campane -ma non solo- le canzoni
dell’album, “a camorra song je” cercando di analizzare i vari contesti
insieme agli studenti coinvolti. E’ ora in registrazione il loro
prossimo album e presto torneranno in Piemonte, terra a cui sono legati
anche grazie all’amicizia speciale col Patchanka di Chieri.
Daniele ci invita a casa sua, dove beviamo un caffè con la sua famiglia
e vediamo Scampia dall’ottavo piano. Il tempo di qualche chiacchiera ed
è ora di ripartire. Il viaggio è lungo e non sappiamo che condizioni
troveremo per strada. La destinazione è segreta e lontana. Andiamo a
fare colazione a casa Masciari.
Nel cuore della notte una sosta per chi guida, un riposo di un paio d’ore prima di ripartire verso la nostra meta.
Casa Masciari ci accoglie calda come sempre: Marisa ha preparato
l’impossibile per farci sentire il suo affetto. Pino, Ottavia,
Francesco, tutti in piedi per la nostra pacifica invasione.
Una colazione speciale, in cui raccontiamo loro la nostra avventura e
ci facciamo tanti auguri, affinchè il 2008 sia l’anno della svolta per
loro, affinchè possano trovare un po’ di normalità.

Ripartiamo carichi di leccornie per il viaggio, qualche ora ci separa da casa.
Torniamo sapendo che il 2008 è ancora più ricco di aspettative, impegni
presi, desiderio di camminare insieme a tanti altri. Di impossibile c’è
solo ciò che non tentiamo.

Auguri a tutti!

03/01/2008
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