Amianto a Palazzo Nuovo: ricostruiamo i fatti

 Amianto

AMIANTO A PALAZZO NUOVO

È passato circa un anno da quando abbiamo realizzato un’inchiesta sulla situazione di Palazzo Nuovo, sede torinese delle facoltà umanistiche, dove la presenza di amianto aveva destato parecchi timori. E non solo da un anno: è dalla fine degli anni Novanta che la situazione di Palazzo Nuovo è tenuta sotto controllo dal PM Raffaele Guariniello, ed è dall’estate 2013 che l’Università di Torino è ufficialmente a conoscenza dei rilevamenti che segnalano fibre di amianto nelle scale centrali e in alcune pavimentazioni dei piani superiori. Le rilevazioni del 12 giugno e dell’11 luglio 2013 indicavano presenza di crisotilo, il cosiddetto “amianto blu”, nel linoleum delle scale e nelle pavimentazioni di alcune aule. “L’amministrazione ne era al corrente, e noi abbiamo fatto pressione per risolvere la cosa” dice Stefano Vannicelli, RSU a Palazzo Nuovo, “sembra incredibile ma i lavori vennero fatti: solo che vennero fatti male”.

 

EVERY BREATH YOU TAKE

Ma andiamo con ordine. Siamo tornati a parlare di amianto a Palazzo Nuovo perché il 17 aprile l’edificio è stato chiuso “in via precauzionale”, e circa seimila studenti, più centinaia di lavoratori, si sono trovati da un giorno con l’altro sfrattati dalla loro sede. Perché?

Il 14 dicembre 2014 l’ARPA (accordatasi nel luglio con l’Università di Torino) ha effettuato dei sopralluoghi nel palazzo per verificare la presenza di amianto. I primi risultati sono arrivati il 2 aprile, e sono stati completati pochi giorni dopo. La presenza di fibre di amianto è stata rilevata, oltre che nelle pavimentazioni, nel mastice, presente tra l’altro nei fan coil (termoconvettori) in alcune stanze del palazzo. “Come ci è finito lì l’amianto?” commenta Vannicelli: “nell’ultimo anno e mezzo durante i lavori di ristrutturazione degli infissi di Palazzo Nuovo, era stato usato proprio quel mastice”. L’Arpa ha comunicato immediatamente allo SPRESAL i risultati, e questo ha disposto la chiusura immediata di alcuni locali:

– Stanze 7700 e 7790 – IV piano – Dip. Studi Storici;

Stanza E21 – V piano – Dip. Studi Umanistici;

Locale magazzino situato alle spalle del lato cattedra delle aule 37/38/39;

– Tre scale (corpo centrale, corpo laterale corso San Maurizio, corpo laterale Via Verdi).

 

Subito Gianmaria Ajani, neorettore, è stato iscritto nella lista degli indagati da Guariniello per “rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”.

La rilevazione dell’Arpa ha segnalato la presenza di mastice con fibre di amianto solo in alcuni termoconvettori (si tratta di 32 campioni di mastice, dei quali 15 risultati positivi all’esame). Ma i lavoratori hanno richiesto immediatamente il controllo e la pulizia di tutti i termoconvettori e gli edifici. Da una delle prime assemblee, avvenuta il 29 aprile 2015, è emerso quanto segue: “Le lavoratrici e i lavoratori dell’Ateneo strutturati ed esternalizzati, riuniti in assemblea il giorno 29 aprile dalle 9:00 alle 11:00 presso l’aula B3 del Campus Luigi Einaudi, confermano la più ferma volontà di non tornare a lavorare a Palazzo Nuovo finché non saranno eliminati i rischi e risolte le criticità emerse a seguito della mappatura effettuata dall’Arpa e dalle prescrizioni dello SPRESAL. In particolare: il problema della pavimentazione in linoleum contenente amianto deve trovare un intervento risolutivo e definitivo […]”.

Il 24 aprile era già stata fatta una riunione tra RSU e rettore, nel quale era emerso che la mappatura di Palazzo Nuovo effettuata dall’Arpa era ancora parziale in quanto dei 149 campioni prelevati:

  • “ 25 sono risultati positivi (linoleum, tracce di mastice nei termoconvettori ed una trave nella controsoffittatura);
  • 85 sono risultati negativi;
  • 39 sono ancora in attesa di valutazione.”

L’appuntamento successivo è stato dato al quattro maggio, poi spostato al cinque. Da questo incontro sono emersi altri elementi: prima di tutto, sono state rese note le rilevazioni effettuate questa volta dai tecnici del Politecnico sulla dispersione nell’aria delle fibre: 63 campionature all’interno del palazzo e 2 all’esterno sono risultate negative secondo le normative vigenti.

. Ad ogni modo, il problema rimane. I lavoratori hanno chiesto informazioni più precise sui lavori: “verrà aggiustata la pavimentazione della scala centrale e degli altri edifici, laddove i lavori erano già stati fatti ma le segnalazioni ufficiali dei lavoratori sulla presenza di crepe e danneggiamenti erano rimaste inascoltate. E vanno ripuliti i termoconvettori, tutti. Ma quando? Il rettore non ha mai minimizzato la situazione, e sta prendendo molto seriamente i lavori; ma nonostante ciò non ci sono programmazioni economiche né tempistiche chiare. Probabilmente i lavori si terranno a giugno e saranno graduali, in modo da poter riaprire le aree non interessate e continuare altrove i lavori”, continua Vannicelli.

 

ALTRI PROBLEMI: BIBLIOTECHE, UFFICI, STUDENTI

Ma la paura resta: i lavori dell’ultimo anno e mezzo per il rifacimento degli infissi, infatti, sono stati realizzati senza chiudere il palazzo, nel normale svolgimento di lezioni e lavori d’ufficio. Ma i lavoratori hanno nuovamente chiesto, d’accordo con gli studenti, di effettuare le rilevazioni sulle polveri depositate sui libri delle varie biblioteche e mediateche del palazzo (ricordiamo che dentro a Palazzo Nuovo vi sono diverse biblioteche, tra le quali quella del DFE – Filosofia, che ha subito lavori di spostamento in contemporanea al rifacimento degli infissi). Chiedono anche, come conferma un documento fatto circolare questa mattina via mail, la rilevazione nella Biblioteca Tabacco con impianto di aerazione in funzione.

Lunedì si terrà un incontro tra gli RSU, gli RSL e lo SPRESAL, per ottenere informazioni chiare da fornire ai lavoratori. Il 13 maggio l’Università degli Studi di Torino renderà noto un documento di valutazione dei rischi.

Oltre alle ovvie conseguenze sui lavoratori, la chiusura di Palazzo Nuovo ha creato notevoli disagi agli studenti, smistati in diverse sedi provvisorie, cui viene negato l’accesso alle biblioteche. Per questa ragione, alcuni di loro si sono organizzati scrivendo una lettera nella quale richiedono la possibilità di consultare i libri: “se l’accesso a tale materiale non verrà reso possibile in tempi celeri, il lavoro di ricerca di tesisti, dottorandi e assegnisti rischia di essere seriamente compromesso”. Nel frattempo, chi ha in prestito dei libri di queste biblioteche ha ricevuto notizia di doverli restituire al polo Bobbio, al Campus Einaudi, ma non sono ancora state previste misure per ovviare all’impossibilità di accedere ai libri rimasti chiusi nel palazzo.

“Siamo consapevoli che Palazzo Nuovo non sia Chernobyl – dice Vannicelli – ma occorre chiarezza e collaborazione. Molti colleghi hanno lasciato negli uffici materiale riservato e necessario per proseguire il proprio lavoro, dato che la chiusura del palazzo è stata improvvisa. Appena si capirà come procedono i lavori dovremo capire anche se e come recuperare questo materiale. La stessa cosa vale per le biblioteche”.

Ovviamente, i disagi creati agli studenti riguardano anche l’obbligo di spostarsi in sedi diverse (dal Circolo dei Lettori all’archivio storico, passando per i Collegi Einaudi e alcune Fondazioni Torinesi) per poter assistere alle lezioni. Per questo, gli Studenti Indipendenti hanno stilato un documento richiedendo un abbassamento delle tasse universitarie e delle agevolazioni per gli spostamenti sui mezzi pubblici, che non hanno ancora trovato risposte concrete.

07/05/2015
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