Ad altezza d'uomo: una testimonianza dalla Siria

La Siria, fotografata oggi: gli americani hanno chiesto sanzioni, alcuni soldati sono stati visti schierarsi al confine con il Libano, si contano più di 800 morti fra civili e poliziotti che hanno rifiutato di sparare, e non ci sono cenni di pacificazione. Il presidente è ancora al governo, le libertà civili soffocate sotto la censura.


I primi vagiti della protesta erano apparsi a febbraio di quest’anno, mentre Egitto e Tunisia si ribellavano contro i propri governi, e l’Occidente stupito si chiedeva chi sarebbe stato il prossimo. Le manifestazioni non sono ancora finite, la polizia non si fa scrupolo di sparare, e il conflitto minaccia di aumentare di volume. Sono già stati usati carri armati, e mezzi da guerra pesante. L’attuale presidente della Siria, Bashar al-Asad, ha ricevuto la carica in eredità dal padre, morto nel 2000. E’ dal 1970 che la presidenza del Paese si passa per via familiare. Bashar, medico di professione, molto riservato, si è ritrovato il potere addosso senza volerlo, in seguito la morte del fratello Basil, erede designato. Da qui, un leggero ammorbidimento del regime. Secondo Frattini, è meno pericoloso di Gheddafi.


Abbiamo intervistato una vecchia amica di Acmos, Luna Kallas. Luna vive a Torino, suo padre è siriano. Lei stessa è stata più volte a Damasco, per vedere la sua famiglia, ma sempre con un’attenzione particolare anche alle vicende politiche del Paese. Le abbiamo chiesto uno sguardo ad altezza d’uomo sugli avvenimenti degli ultimi mesi.

19/05/2011
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