The father

Anthony (A. Hopkins) è un uomo anziano, affetto da demenza senile. Sua figlia Anne (O. Colman) cerca di prendersi cura di lui, provando ad affiancargli delle badanti, che puntualmente se ne vanno dopo un po’, a causa del burbero carattere dell’uomo. Anthony sostiene di essere perfettamente in grado di stare da solo, non vuole l’aiuto di nessuno, spesso tratta male la stessa Anne. E’ un uomo prigioniero delle sue abitudini e delle sue ossessioni (la musica lirica, l’orologio), sempre amareggiato di non vedere la seconda figlia Lucy, ma soprattutto qualcuno che non ha più il controllo della sua mente: dimentica le cose, non riconosce le persone, si convince di fatti mai accaduti, soffre di allucinazioni di cui è invece certo. Anne è combattuta, perchè soffre: mettere suo padre in un ospizio sarebbe la soluzione?

Florian Zeller, romanziere, drammaturgo e regista teatrale francese, esordisce qui dietro la macchina da presa, con una vicenda tratta da un suo testo. Film di attori e molto parlato, ma con una sceneggiatura ben calibrata, si affida a due attori splendidi: Hopkins, leggenda vivente del cinema e la Colman, già premiata con un Oscar per “La favorita”, due anni fa. Impossibile non pensare a “Still Alice” o “Amour”, per citare alcuni degli ultimi film che si sono occupati del tema.

Anthony non vuole lasciarsi sfuggire il controllo della sua vita e lotta come un leone, anche se forse, in cuor suo, è consapevole che è una battaglia persa. Tutto molto umano, anche se struggente.

Candidato a 6 Oscar, tra cui quelli per i due interpreti. Domani sapremo come è andata a Los Angeles, nella notte del cinema più attesa dell’anno!

25/04/2021
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