Il commento sul PD

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Abbiamo scelto, questa settimana, di intervistare un giovane acmoide, tesserato PD, per parlare di Partito Democratico, a distanza di qualche giorno dalle primarie che probabilmente decideranno il prossimo segretario. Abbiamo scelto un punto di vista, di certo parziale, di certo non riconducibile al pensiero di Acmos, per affrontare il tema. Il nostro intervistato è Francesco Daniele, membro di Gec Frusciante.

 

Da quanto tempo sei iscritto al PD e perchè?

Sono iscritto al partito dallo scorso giugno; conservo ancora gelosamente la ricevuta del versamento della quota di iscrizione.”

 

Che mozione congressuale sostieni e perchè?

“Sostengo la mozione numero 1; quella di Pierluigi Bersani perché credo sia giusto il momento di dare un senso a questa storia come recita il suo motto; e se devo essere sincero credo che tutti i candidati siano validissimi e la mia scelta è stata dettata certo da un’idea di partito più solida ma anche per esclusione. Credo che Marino sia un uomo importantissimo per il futuro di questo partito ma in questo momento non ha l’esperienza politica necessaria a guidare il principale partito di opposizione in una fase poi così delicata. Per Franceschini il ragionamento è stato più complesso. Credo infatti che abbia fatto quello che poteva essere fatto per questo partito da quando è diventato segretario, sa catturare l’attenzione, sa essere forte nelle sue posizioni ma quello che tutti si aspettano ora è un netto cambio di marcia.

 

Lo scenario non è dei più promettenti: perchè queste primarie dovrebbero cambiare qualcosa? Non rischia di essere solo una resa dei conti tra ex democristiani ed ex comunisti?

“Assolutamente no! Non vedo in Fassino [che sostiene Franceschini, ndr] un passato democristiano come non vedo in Bindi e Letta [che sostengono la mozione Bersani, ndr] ferventi accenti postcomunisti, solo per citare alcuni “endorsement”. Questo partito deve guardare al futuro. Ha certo nelle sue radici le migliori tradizioni riformiste della prima repubblica, ha fra i suoi padri fondatori a mio parere Enrico Berlinguer e Aldo Moro ma non perché DC o PCI ma perché protagonisti positivi dei 150 anni di storia politica di questa nazione!”

 

Cosa pensi della giovanile del Partito Democratico o della politica locale (il circolo che frequenti)?

“Non essendo iscritto da tanto non ho ancora avuto modo di aderire ai giovani del PD ma mi sto muovendo in questo senso. Credo che chi come me trova nella politica una passione sconfinata sia fortunato ad avere un polmone dove respirare politica attiva. Questo lo si può fare nei circoli e nella componente dei giovani PD. Senza scadere in facili parallelismi col mulino bianco direi che nel Pd che vorrei c’è un rafforzamento notevole del ruolo dei giovani e soprattutto dei circoli! Ecco, uno stacco che vedo possibile nell’impostazione che Bersani vuole dare al partito e che non ho visto nella gestione Veltroni-Franceschini (e lo dico da grande estimatore di Veltroni): solo con i circoli forti il partito può farsi vedere presente sul territorio.”

 

Quale pensi debba essere la priorità del segretario che vincerà?

“La priorità sarà l’unità del partito e costruire alleanze programmatiche per tornare al governo di questo paese e fare le riforme. Riforme che puntino sull’energia pulita e sulla ricostruzione di un welfare state decente.”

 

Se non vincessi il tuo candidato come ti comporterai nel tuo partito?

Ecco, una cosa è sicura, chiunque vinca sarà il mio segretario; questo era il mio partito 2 anni fa quando è nato. Lo è ora durante il congresso e lo sarà dopo il 25 ottobre, perché credo fermamente nel progetto di questo partito, perchè credo che questo partito sopravviverà ai suoi leaders perché sono convinto che quello che questo partito di meglio aveva da dire a questa Italia ancora non lo ha detto! Perché credo sia giunta l’ora di dare un senso a questa storia. E non si tratta di morire comunisti o democristiani… perché come disse (non Pablo Neruda come pensa Mastella) ma Martha Medeiros: “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi nonrischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce…
ma soprattutto…Lentamenmte muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo…”

20/10/2009
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