Libera incontra la tenda ascoltateli

di Pierluigi Ubezio e Mattia Anzaldi

Mafie e appalti. Questo il tema su cui i rappresentanti della tenda pacifista del movimento No-Tav, ormai da quaranta giorni impegnata in uno sciopero della fame “a staffetta” davanti al palazzo della Regione, hanno deciso di interrogare Libera in un incontro pubblico. Davide Mattiello, in quanto responsabile dell’ufficio nazionale di presidenza, ha preso posto accanto a Domenico Matarozzo, responsabile della tenda, per animare un confronto franco e intimo sulle premesse della questione. Sarebbe difficile instaurare un ruolo formativo senza aver premesso la reciproca posizione e la rispettiva credibilità. “La nostra intenzione – ci dice Matarozzo -, come quella delle oltre duecento persone che si sono susseguite nella tenda in questi quaranta giorni, è quella di costruire una rete positiva tra le diverse forze associazionistiche, per richiedere con maggior incisività tutte quelle risposte mai arrivate”. Dialogo che si fa attendere, trasversalmente dalle diverse forze politiche. Confronto istituzionale che anche lo stesso Don Luigi Ciotti si è impegnato più volte ad invocare.Nel merito tecnico dell’opera poi “in fretta impari che un po’ ne capisci, un po’ ti devi fidare. – apre Mattiello – Noi troviamo seria la relazione di Ivan Cicconi e di lui ci fidiamo”. Ivan Cicconi, uno dei massimi esperti nazionali di ciclo del contratto pubblico, la propria posizione di giudizio all’opera l’ha da tempo messa nero su bianco. E’ importante chiarire che la grande opera di per sé non è sinonimo di affare mafioso in quanto tale; le grandi operazioni giudiziarie di questi mesi hanno ben dimostrato come organizzazioni criminali traggano interesse e utili sia dal piccolo appalto privato che dalla grossa opera pubblica.Si deve sempre più pretendere un’amministrazione limpida e chiara del ciclo del contratto pubblico e in questo: “meno male che esiste il movimento No-Tav, perché con la sua presenza ha impedito che le scelte più scellerate fossero già state assunte, fungendo da controllore attento”. Che la ‘ndrangheta poi abbia messo il proprio mirino sulla Val Susa è vero da quarant’anni, dai primi insediamenti dei Lo Presti e dei Mazzaferro a Bardonecchia. Grosso modo i nomi sono gli stessi anche oggi; la pressione della valle in questo senso non può farsi attendere, ma sempre con i dovuti distinguo. “Mai saremo accanto a chi grida «Né con la mafia, né con lo Stato» o chi si permette di attaccare il procuratore Caselli; quella non è la nostra storia. Il nostro percorso arriva da Dalla Chiesa, dagli uomini delle scorte uccisi nelle stragi di Capaci e via d’Amelio, da uomini in tutto e per tutto rappresentativi del nostro Stato”. Non si possono ammettere scorciatoie. Non si può pensare di far valere le regole solo nella tutela della propria visione. Il nodo da sbrogliare oggi riguarda il “monopolio della forza all’interno dello Stato”. Questa democrazia è pallida proprio perché ancora soggetta ad una tensione logorante: la contesa dell’esercizio del potere politico e del controllo del territorio. “In questo paese purtroppo gli apparati di forza non sono ancora solo quelli dello Stato; ci sono anche quelli delle mafie. Osserviamo sempre più forze private contendersi quote di sovranità”. Libera c’era nel 2005 quando dalla Val Susa partiva forte la richiesta di un processo democratico di decisione partecipata. “Ma una democrazia bisogna farla funzionare, bisogna portarla al compimento finale della decisione, qualunque essa sia, altrimenti vincono gli altri”, i contendenti della geometria politica. “Altrimenti vincono le mafie, non gli anarco-insurrezionalisti, come qualcuno ama farci credere”. In chiusura al confronto si ricorda l’evento che si terrà nella mattinata del 26 aprile. La partecipazione ed il supporto sarà un impegno di chiarezza per entrambi i movimenti, quando presso il Politecnico si discuteranno le settanta pagine di riposta del Governo Monti ai celebri “150 motivi” che, a detta di un ampia schiera di docenti, motivano un parere di alto profilo tecnico opposto alla realizzazione all’opera.

24/04/2012
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