Un simbolo che unisce Marino Ferraro e Rosario Crocetta

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Domenica abbiamo annunciato l’intenzione di consegnare alla famiglia di Marino Ferraro e a Rosario Crocetta, i due fazzoletti tricolore dell’ANPI, firmati da tutti i ragazzi del Campus di Biennale Democrazia.

Oggi abbiamo mantenuto l’impegno.

Il nostro è stato un simbolo nel suo significato etimologico. Abbiamo unito due parti del nostro paese, due scelte di vita opposte eppure uguali.

Lunedì, Virginia e Teresa hanno partecipato al dolore della famiglia Ferraro ed hanno manifestato la vicinanza di tutti  i ragazzi del campus.

Ieri l’altro fazzoletto tricolore è giunto nelle mani di Rosario Crocetta, attraverso un ambasciatore speciale: Luigi Ciotti.

Lo stesso Luigi Ciotti che ha celebrato il funerale di Ferraro.

Storie concatenate che si incrociano continuamente e che ci ricordano come siano importanti le nostre scelte,  le cui conseguenze riguardano tutti e non solo noi stessi.

Facciamo tesoro di quelle parole scritte domenica e sentiamo davvero nostra la responsabilità di tradurle in concretezza.


Ecco la testimonianza diretta di Viginia e Teresa:


Lunedì 27 Aprile 2009, alle ore 15.30 si è svolto il funerale del vicebrigadiere Marino Ferraro. Il carabiniere è morto travolto da un treno mentre inseguiva un pusher, uno dei tanti “venditori di morte”, come è stato definito dal parroco della chiesa di S. Luca, dove si è svolta la cerimonia, alla quale hanno preso parte tutte le alte cariche dell’arma dei carabinieri e le autorità cittadine.

La notizia della morte di Marino ci è giunta durante il campus di Biennale Democrazia, per questo nell’assemblea finale abbiamo deciso di donare alla famiglia uno dei fazzoletti consegnatoci dall’associazione A.N.P.I. durante la fiaccolata per il 25 aprile, sul quale i ragazzi del campus hanno apposto le loro firme.

Questo gesto è scaturito dalla profonda convinzione in quell’articolo 1 della Costituzione, che fonda la nostra Repubblica non sulla razza, la religione, il sesso o il credo politico, ma sul lavoro. Proprio per questo tutti quanti noi siamo vicini alla famiglia di Marino, un uomo che ha deciso di lasciare il sicuro lavoro di scrivania per tornare sulla strada a combattere la criminalità.

Così ieri pomeriggio abbiamo partecipato ai funerali, consegnando alla fine della cerimonia il fazzoletto dell’A.N.P.I. alla moglie e ai due figli, che ci hanno ringraziato nonostante il momento di profondo dolore.

Prendere parte ai funerali di Marino è stato molto toccante e commovente: abbiamo visto negli occhi della moglie e dei due giovani figli, la disperazione e la rassegnazione di aver perso la persona per loro più importante al mondo.

Ancora di più, dopo quello che abbiamo vissuto, ci sentiamo di dire che tutti noi  dobbiamo sentirci corresponsabili nel portare avanti quella resistenza, che festeggiavamo il 25 aprile, nella memoria del passato e nell’impegno nel presente e per il futuro, perchè quell’articolo 1 della nostra Costituzione sia sempre vivo e che nessun uomo debba più morire di lavoro.


29/04/2009
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