Un calcio alle scommesse


Martedì scorso sono arrivate le richieste dell’accusa nel processo conosciuto come “Calciopoli” che è cominciato nel 2006.

Il “mostro” sbattuto in prima pagina da ogni quotidiano è stato lui: Luciano Moggi.

Secondo i pm Narducci e Capuano meriterebbe 5 anni e 8 mesi.



A leggere bene gli articoli, poi, ci si accorge di un particolare non del tutto irrilevante: le pene richieste ad altri illustri imputati, fan rabbrividire.

Cinque anni sono stati chiesti per l’ex designatore arbitrale, Paolo Bergamo; quattro anni e sei mesi per l’altro ex designatore Pierluigi Pairetto; tre per l’ex arbitro Massimo De Santis; un anno e dieci mesi per Andrea Della Valle e due anni per Diego Della Valle (proprietari della Fiorentina); tre anni e otto mesi per l’ex d.s. del Messina, Mariano Fabiani; due anni per il presidente della Reggina, Pasquale Foti; un anno e dieci mesi per Claudio Lotito, presidente della Lazio; un anno e sei mesi per Leonardo Meani, già dirigente accompagnatore del Milan. Per quanto riguarda gli arbitri, le richieste sono per Salvatore Racalbuto di due anni e due mesi, per Pasquale Rodomonti di un anno, per Paolo Bertini di due anni e quattro mesi, per Antonio Dattilo di un anno e otto mesi, per Innocenzo Mazzini, già direttore della Figc, quattro anni.



Nello scriverne un anno fa, non crediamo di aver preso un abbaglio, ma tra poco più di un mese avremo con la sentenza di primo grado, un pezzo di verità giudiziale. In ogni caso sarà solo una parte della realtà.

Basterebbe leggere quel che ha scritto Daniele Poto, ex giornalista di Tuttosport, che ha dato alla luce un libro molto interessante che a partire dal caso del Potenza Calcio, analizza il rapporto tra pallone e mafie. Un libro, Edizioni Gruppo Abele, dal titolo “Le mafie nel pallone” nel quale sono stati censiti circa 30 clan direttamente coinvolti nelle principali inchieste  riguardanti le infiltrazioni mafiose e i casi di corruzione  e riciclaggio nel mondo del pallone; alla spartizione della torta  partecipa il gotha delle cosche, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pellè, dai Misso ai Pesce e Santapaola che  più che mai gestiscono anche il calcio scommesse, condizionano le  partite, usano lo sport per cementare legami della politica e riciclano soldi.



Come diceva un noto presentatore del passato, prima di dare spazio alla pubblicità: “e non finisce qui”.



Già perchè mercoledì mattina un’ondata di arresti ha colpito ancora lo sport più amato dagli italiani: 16 persone arrestate per mandato della procura di Cremona, che ha agito in collaborazione con le procure di tutta Italia.

6 mesi di indagini, oltre 50.000 intercettazioni, prove “importanti e inconfutabili” che dimostrerebbero l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive, un’organizzazione costituita da calciatori ed ex calciatori professionisti “di comprovata esperienza anche a livello nazionale”, titolari di agenzie di scommesse, liberi professionisti che si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita.



Molte partite di serie B e di lega pro risultano combinate “senza ombra di dubbio”, ma dagli interragotori delle ultime ore anche alcune partite di serie A sono finite nel mirino degli inquirenti.



Tutto è nato dalla denuncia della Cremonese: un dirigente si è accorto di uno strano malore che colpì i calciatori nel post partita contro la Paganese (lega pro) e da lì è scattata la denuncia contro ignoti: denuccia alla procura e non all’ufficio indagini della FIGC. Le intercettazioni hanno spiegato come quel malessere fu provocato da un calmante messo nelle bibite dei calciatori per “addormentarli” e peggiorare le loro prestazioni.

E sempre nelle intercettazioni è emerso in maniera incredibile come uno degli indagati preveda il risultato di ben 4 gare, tra cui una di serie A. E’ il 25 marzo 2011 quando si predice “miracolosamente” il 3-1 del Brescia sul Bologna del 2 aprile 2011.



Ieri mattina anche il pool di magistrati antimafia di Napoli ha messo il naso nella carte dell’inchiesta di Cremona: da tre anni indagano sulle modalità con cui la camorra ricicla il denaro attraverso il sistema, ormai rodato, delle scommesse sui circuiti legali e non. In particolare sull’attività del clan D’Alessandro di Castellamare di Stabia che in questo modo ripulisce i soldi che incassa con lo spaccio di droga.



Alcuni nomi di calciatori sono stati subito dati in pasto alla stampa: Beppe Signori, Cristiano Doni, Vincenzo Sommese, Stefano Bettarini, fino ad arrivare a Daniele De Rossi. Quest’ultimo ha smentito con veemenza e pare la stessa procura lombarda abbia confermato l’estraneità del giocatore giallorosso.

Nel libro di Poto, è ovviamente citato il famoso scandalo che coinvolse giocatori degli anni ’80 (campioni del calibro di Paolo Rossi e Bruno Giordano) e che portò alla retrocessione del Milan e della Lazio.

Oggi si rischia il collasso dal punto di vista sportivo: si stanno giocando i playoff promozione (dalla B alla A), ma di fatto il rischio concreto è di vedere i calendari di A, B e lega pro ridisegnati dai provvedimenti della giustizia sportiva.

Si dovrebbe,però, avere la maturità per vedere le cose dalla giusta prospettiva: qui di sportivo è rimasto proprio poco.



Non si tratta solo di allontanare le “mele marce”. Con questo commento Abete (presidente FIGC), Rivera (dirigente FIGC) e Garrone (presidente Sampdoria) hanno emulato il governatore del piemonte Cota che ha liquidato con le stesse parole il suo assessore alla Sanità, indagato per tangenti. La questione è più profonda: è culturale!

Occorre pensare che alla fine di ogni stagione, in pochi vincono e che quindi la vittoria non può essere il metro di misura unico dello sport (così come della vita).

Si tratta semplicemente di far rispettare le regole, magari di introdurne di nuove che aiutino le società (che non possono non considerarsi responsabili!) a trasmettere valori sportivi veri, facendo crescere nei rispettivi settori giovanili  prima gli uomini e poi i calciatori.

Questa sì che sarebbe una magnifica vittoria!


Finchè questo spirito farà sorridere, finchè si crederà che queste sono solo parole di un moralizzatore, allora avremo perso! E questa sconfitta sarà quella che brucerà di più: più di un mancato scudetto, di una mancata qualificazione in Champions League, di una mancata promozione.

Chi è tifoso, chi vive le emozioni del calcio, sa che c’è del bello, c’è dell’altro oltre tutto questo marcio.


Scommettere su un calcio diverso si può, ma per il momento è il caso di dare un calcio alle scommesse!





03/06/2011
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