UE: nel 2012 vendute più bici che auto

biciok

 

Sembra un paradosso, eppure è vero: nel 2012, anno in cui la crisi si è fatta sentire forse con maggior peso nella maggior parte dei Paesi europei, in 25 Paesi su 27 all’interno dell’Unione Europea sono state vendute più bici che auto.

 

Tranne che in Belgio e nel Lussemburgo, infatti, l’economia degli altri Stati segnala una notevole inversione di tendenza per quanto riguarda le spese nei trasporti da parte dei cittadini: sembra che la vendita di biciclette sia stata nettamente superiore a quella delle automobili. Se pensiamo ad Amsterdam o alla Danimarca, luoghi dove da sempre si è puntato sul trasporto ecologico e dove le infrastrutture relative sono particolarmente sviluppate, il dato non sembra particolarmente strano. Se pensiamo ad un Paese come l‘Italia, invece, il dato sembra essere più curioso: è infatti la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che l’indice di vendita delle automobili cala nettamente al di sotto di quello dei mezzi a pedali. Un po’ a causa dei colossi delle automobili presenti nel nostro Paese, un po’ perché l’auto sembra qualcosa alla quale si fatica rinunciare, il dato colpisce parecchio. Colpisce ancora di più, forse, se si pensa al fatto che pochi sono gli sforzi compiuti per favorire il trasporto a pedali: le piste ciclabili nelle città italiane non sono molto sviluppate, e le nuove forme di bike sharing si sono spesso rivelate fallimentari – si pensi al caso della Capitale.

 

E allora cosa spinge gli italiani, e con loro gli spagnoli, i greci, i portoghesi a comprare tutte queste biciclette?

L’unica spiegazione sembra essere il rapporto tra la riduzione del PIL dei vari Paesi e l’aumento dei costi per mantenere un’automobile. Il Paese dove il rapporto è più sbilanciato, infatti, è la Grecia: nel 2012 sono state acquistate 320.000 bici e 58.000 auto. In Slovenia il rapporto è di 380.000 a 72.000. Il dato da solo non sembra determinante, ma associato al numero di nuovi passeggeri rispettivamente per bici ed auto nei diversi Paesi acquista un senso: nel caso italiano si tratta di 1.606.000 nuovi passeggeri che viaggiano a pedali, e 1.402.000 in auto. In Gran Bretagna il divario è maggiore, perché si parla di 3.600.000 contro 2.045.000.

 

Se pensiamo nuovamente al caso italiano, il giallo si risolve abbastanza facilmente: il Pil è peggiorato ancora, secondo i dati diffusi dall’UE questo mese (-1,8%), e l’aumento del costo della benzina ha subito un’impennata a partire dal 2011, e non si è ancora fermato (a partire dal Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali , passando per l’aumento del 0,040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92, poi per un ulteriore aumento di 0,0089 cent per far fronte all’alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011, infine altri 0,112 Euro di aumento sul diesel e 0,082 Euro per la benzina in seguito al Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 del governo Monti, più l’aumento dell’IVA). Le biciclette, invece, sono molto più economiche: necessitano di poca manutenzione e c’è chi giurerebbe sulla loro capacità terapeutica sull’umore.

Pedalare, insomma, sembra far bene a tutti: all’ambiente, al portafogli, e persino alla nostra felicità personale. Ecco perché non sembra un grande mistero la scelta di abbandonare l’automobile.

19/11/2013
Articolo di