Tra il Messico e l’Italia: verità e giustizia

 

Per un crudele scherzo del destino il 24 marzo si lega alla storia per eventi tragici. Momenti in cui la crudeltà dell’uomo ha generato morte, dolore, sofferenza.

Questa data ci riporta indietro nel tempo e rende il valore del ricordo elemento fondante per costruire il nostro futuro.

Il 24 marzo 1944 ci riporta alla mente l’eccidio delle Fosse Ardeatine compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista.

Il 24 marzo 1976 in Argentina il sistema democratico venne sovvertito da un golpe che negli anni a seguire generò morte e barbarie.

Il 24 marzo 1980 è il giorno in cui avvenne il martirio di Mons. Romero, sacerdote che dedicò la vita a proteggere il popolo de El Salvador dall’oppressione. Il 24 marzo è tutto questo, ma è anche la “Giornata mondiale per il diritto alla verità sulle violazioni dei diritti umani”, istituita dalle Nazioni Unite. Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, ha ospitato un dibattito che ha visto partecipare Anabel Hernandez, giornalista messicana; Lucia Annunciata, giornalista Tv ed editorialista de La Stampa e Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele.

Il Comitato Salvagente, nato per stare accanto a chi esige verità e giustizia, ha seguito i lavori.

Ad aprire i lavori è stata Anabel Hernandez, affrontando il tema della verità: “dire bugie è molto più utile che dire la verità. In Messico dire la verità è molto difficile, non solo perché va contro la volontà degli uomini di potere, ma anche perché i cittadini non vogliono ascoltarla”. Anabel ha vissuto sulla propria pelle ciò che descrive. Lei è una vittima di quel sistema di corruttela e protezioni che in Messico è sempre più dilagante: suo padre fu sequestrato, rapito e ucciso da una delle centinaia di bande messicane e, ancora oggi, non si conoscono i mandanti.

Nel caso di Anabel la verità si è trasformata in qualcosa di molto doloroso ma, al contempo, è stata la spinta che l’ha portata ad andare avanti nel suo impegno.

A dicembre ha pubblicato i risultati di un’indagine, durata cinque anni, sui legami tra governo, imprenditori e gruppi di narcotrafficanti messicani. Al lavoro di inchiesta portato avanti, c’è stata la reazione delle istituzioni: il Governo Federale ha tentato di zittirla, cercando dei killer disposti ad ucciderla.

Grazie a Libera e a tutte le associazioni che ne fanno parte, questa minaccia di morte non ha avuto seguito. La pressione internazionale, esercitata dal basso, ha costretto il governo Messicano a preoccuparsi per lei. Inviare lettere di protesta all’ambasciata messicana in Italia è stato un gesto concreto: Anabel continua a vivere.

Se l’avessero uccisa, così come volevano fare, sarebbe stato un grande scandalo internazionale, ma la verità, con tutta probabilità, sarebbe stata insabbiata.

Anabel conclude il suo intervento dicendo : “L’incontro con la verità ha avuto un prezzo molto alto, ma sono contenta di averlo fatto e di continuare a farlo”.

La verità ha un prezzo. E, spesso, la sua ricerca viene pagata con la vita. Lo ha ricordato Don Luigi Ciotti riferendosi al sacrificio di Don Peppe Diana, freddato dalla camorra con 5 proiettili. Ciotti ha ricordato le parole del parroco di Casal di Principe: “Alla chiesa chiedo di non rinunciare al suo ruolo profetico, affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza, nel segno della giustizia, della solidarietà,dei valori etici e civili. Ai preti chiediamo di parlare chiaro nelle omelie e in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa”. Il presidente di Libera ha poi aggiunto: “Bisogna saldare il cielo con la terra”.

L’impegno per la verità è incarnato nella lotta delle madri di Ciudad Juarez che nel nord del Messico chiedono la fine dell’impunità per i narcotrafficanti, responsabili di mietere migliaia di vittime innocenti ogni anno, tra la protezione della polizia e grazie alla collusione con i poteri forti. L’impegno per chiedere la verità continua: PROSSIMO APPUNTAMENTO MARTEDI 29 MARZO A TORINO h 11.00 alla facoltà di Economia.

28/03/2012
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