Se non ora, adesso

 

 di Simone Bauducco

Moni Ovadia lo ha definito un “mentsch”, un essere umano autentico. La sua parrocchia è la strada, sono i carruggi stretti della città vecchia di Genova. Nelle pagine di “Se non ora, adesso” (edizioni Chiarelettere), don Gallo condensa le esperienze di una vita spesa insieme agli ultimi e la sua “incazzatura” nel mondo di oggi. “Non sono indignato, ma incazzato perchè il messaggio di Gesù è rimasto disatteso” scrive il fondatore della comunità di San Benedetto al Porto sottolineando tre grandi incoerenze del sistema in cui noi viviamo: non si vuole sacrificare il modello di sviluppo, ma si vuole salvare l’ambiente; gli immigrati sono necessari per l’economia del nostro paese, ma vengono respinti alle frontiere; non ci sono nemici e allora vengono creati per poter imporre leggi speciali giustificando la militarizzazione della società. “Nel mondo di oggi si considerano illegali i clandestini e gli irregolari, mentre dovremmo pensare di dichiarare illegale la miseria”. Prendendo spunto dai casi di Gandhi e Rosa Parks, don Gallo mette sulla necessità di superare, qualora sia necessario, i confini della legalità dando valore alla pratica della disobbedienza civile.

Una parola che riporta alla mente il pensiero di don Milani il quale si chiedeva a cosa servissero le mani pulite se fossero rimaste ferme in tasca. Un invito all’azione rivolto specialmente alle donne e ai giovani. Questi ultimi sono una delle categorie da sempre più a rischio. Già negli anni Settanta si parlava di Gioventù bruciata, ma alla fine don Gallo ricorda come siano stati proprio i ragazzi e le ragazze i primi ad impegnarsi nella gestione del post alluvione a Genova nel 1970 dimostrando di sapersi impegnare per costruire un’alternativa concreta. Una solidarietà che non si limita all’assistenzialismo puro, ma che si trasforma in una solidarietà liberatrice. Non resta dunque che affidarsi e lasciarsi trascinare dalla lettura della sua testimonianza di impegno e di lotta perchè come dice lui stesso: “Ai giovani non servono più maestri, ma testimoni”.

23/11/2011
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