Santiago, Italia

Il colpo di stato in Cile, l’11 settembre 1973, dei militari guidati da Augusto Pinochet. Una vergognosa e tragica pagina di storia, che rivive nelle parole di tanti testimoni: persone comuni, attivisti di sinistra all’epoca poco più che ragazzi, che Nanni Moretti intervista in questo splendido documentario. Molti degli intervistati trovarono rifugio nell’ambasciata italiana e alcuni vennero anche a vivere nel nostro Paese, iniziando a lavorare, beneficiando di una grande rete di solidarietà. Moretti li intervista oggi, alterna immagini di repertorio e discorsi del presidente Salvador Allende (democraticamente eletto, sanguinosamente deposto), ricostruisce le premesse del golpe e le conseguenze. Parlano anche due militari, uno in carcere e l’altro non processato dalla giustizia: e qui il ridicolo sfiora l’offensivo, a maggior ragione 45 anni dopo. Una storia lontana, anche se mai rimarginata del tutto, che ci costringe a similitudini con il presente (colpo di coda molto “politico” nel finale).

Moretti, a eccezione di una scena, non compare mai, si sente a volte la sua voce fuori campo. L’attenzione è tutta per coloro che vissero quegli anni: qualcuno ancora si commuove e lascia anche noi spettatori con gli occhi lucidi. Senza alzare la voce, si ricostruiscono i passaggi storici e si rievocano le responsabilità, comprese quelle degli Stati Uniti.

Presentato in anteprima al Torino Film Festival, da domani nelle sale. Non perdetelo!

05/12/2018
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