(Ri)generazione 1000 euro

Luigi Giampaolino, che da luglio 2010 presiede la Corte dei conti, ha recentemente affermato che nella lotta alla corruzione l’Italia “non arriva alla sufficienza”. Non esiste in Italia “un vero, reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale” rispetto alla “mala amministrazione“. I provvedimenti anticorruzione si traducono “sostanzialmente con un’azione, peraltro episodica, soltanto repressiva. La lotta alla corruzione dev’essere invece di sistema”.

Libera e Avviso Pubblico presenteranno, a giorni, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un milione e mezzo di cartoline firmate dai cittadini, nell’ambito della campagna “Corrotti, per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato“, affinché spinga il governo italiano a ratificare le leggi internazionali anticorruzione, a partire dalla Convenzione di Strasburgo del ’99, firmata anche dal nostro Paese ma mai resa operativa. La stima del denaro che ogni anno gonfia l’affare della corruzione ammonta nel nostro Paese a circa 60 miliardi: 1000 euro per ogni cittadino. L’evasione invece è stimata intorno al 20% del PIL, un’economia sommersa che pochi altri stati possono vantare.

La manovra del governo Monti prevede, con una sola norma, misure anticorruzione e antievasione: abbassare la soglia dei pagamenti in contanti e ridurre i costi dei conti correnti e dei pagamenti tramite carte di credito. Se fino a ieri solo pagamenti superiori a 2.500 euro andavano effettuati mediante assegno, bonifico, carta di credito, o bancomat, con le nuove norme la soglia scende a 1000 euro.

Quali categorie hanno assolutamente bisogno di contante?” chiedeva in un articolo apparso sul Corriere della sera on line, Milena Gabanelli, “lo spacciatore, il tangentista, il riciclatore. Tutte le attività criminali esistono solo grazie all’uso del contante, e non contribuiscono alla ricchezza dello Stato, ma generano un costo in termini sociali, di polizia, di burocrazia, ecc. Anche l’evasione fiscale e l’economia sommersa esistono solo grazie all’uso del contante”.

Sebbene la quota di 1000 euro possa ancora sembrare alta per influire sulla circolazione del denaro ‘quotidiana’ (pensiamo alle spese più comuni), quantomeno dovrebbe colpire i grossi movimenti e far fare un primo passo al Paese verso la trasparenza finanziaria.

La norma relativa ai pagamenti con denaro virtuale prevede inoltre, entro l’inizio del 2012, l’estinzione dei libretti di deposito bancari o postali al portatore con saldo superiore a 1000 euro. Impone alle pubbliche amministrazioni di effettuare le operazioni di pagamento in contanti entro un limite di 500 euro. Il resto delle spese dovrà essere saldato con strumenti telematici e tracciabili. Pensioni e stipendi pubblici potranno essere versati in contanti fino a un massimo di 1000 euro. Se apparentemente tutti questi movimenti potranno avvantaggiare e moltiplicare il lavoro delle banche in considerazione del maggior volume di pagamenti elettronici la manovra prevede che i ceti più penalizzati si ritrovino compensati con una minor tassazione.

Il governo ha disposto che entro tre mesi dalla data di conversione della manovra Monti, sia disponibile l’offerta di un conto corrente di base per tutti i correntisti che ricomprenda un numero adeguato di servizi ed operazioni (compresa una carta di debito gratuita), per le fasce socialmente deboli della popolazione, un conto corrente “a zero spese”, senza alcun costo di gestione del conto. Dovrà, presso tutti gli istituti bancari, essere stabilito l’ammontare degli importi delle commissioni da applicare sui prelievi effettuati con carta autorizzata tramite la rete degli sportelli automatici presso una banca diversa da quella del titolare della carta. Le imprese che gestiscono circuiti di pagamento e le associazioni delle imprese rappresentative a livello nazionale saranno obbligate a definire, entro i primi tre mesi del 2012, le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento: la commissione a carico degli esercenti sui pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronici non potrà superare la percentuale dell’1,5 per cento.

Dovremo abituarci al denaro virtuale in maniera rapida, tutti. Ma, se sarà utile a combattere corruzione e evasione, sarà uno sforzo più che accettabile.

29/12/2011
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