Que viva Mexico!

“Che cosa volete da noi?”. La domanda retorica rivolta ai narcos messicani è apparsa domenica scorsa sulla prima pagina del quotidiano principale di Ciudad Juarez, autentico cimitero a cielo aperto lungo il confine con gli Stati Uniti.

C’è poco da festeggiare nel Messico che ha appena vissuto le celebrazioni per il duecentesimo anniversario. Era il 1810 quando Miguel Hidalgo liberò il paese dal dominio spagnolo pronunciando il grido di dolores. Duecento anni dopo, il paese sta vivendo una nuova dominazione: quella del narcotraffico. Un potere trasversale e liquido che da un lato è penetrato nei meandri più profondi delle istituzioni e dall’altro si è esteso sempre di più a livello internazionale. I tentacoli dei narcos infatti arrivano in tutto il mondo, anche sulle coste joniche della Calabria. Da diversi anni, i grandi cartelli della coca messicani hanno stretto legami commerciali con l’ndrangheta. Lo hanno raccontato l’ex presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione e la giornalista messicana Cytnthia Rodriguez nel suo libro Contacto en Italia.

Ma la narrazione di questa guerra è un affare sempre più rischioso per i giornalisti messicani. In dieci anni, sono stati uccisi 65 tra fotografi e reporter. L’ultima vittima si chiamava Luis Carlos Santiago, aveva 21 anni.

Ogni giorno le sirene delle ambulanze continuano a suonare nelle strade di Ciudad Juarez avvolte in uno spessore di indifferenza difficile da scalfire.

L’editoriale del Diario ha provato a sbloccare questa situazione di stallo riportando nel dibattito pubblico un tema scottante rispetto ai fasti e ai festeggiamenti per il bicentenario.” Abbiamo voluto provocare una reazione, suscitare attenzione in tutto il Paese per quello che sta accadendo a Juarez” ha spiegato il direttore Pedro Torres. L’obiettivo è stato raggiunto e la “lettera aperta ai narcos” ha conquistato le prime pagine di quotidiani e telegiornali per tre giorni consecutivi. In Messico la resistenza la si fa anche così, attraverso un’editoriale domenicale e attraverso le colonne di cronaca dei quotidiani locali.

23/09/2010
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