Omicidi simbolici

Vorrei sottolineare con soddisfazione l’operazione portata a termine da parte di tutti i corpi dello Stato che hanno collaborato insieme per dare questo colpo credo definitivo alla camorra”. Questa dichiarazione di Silvio Berlusconi nel giro di pochissime ore è diventata una delle grandi classiche de “le ultime parole famose”, come quando Umberto Agnelli disse che Vieri era incedibile e il giorno dopo il bobone era a Madrid o come quando Fini disse che Alleanza Nazionale non si sarebbe mai più candidata con Berlusconi, prima di sciogliere il suo partito nel Popolo delle Libertà. Domenica mattina, infatti, alle ore 11, primo giorno di esercito a Casal di Principe, la camorra ha ucciso lo zio di Luigi Diana, pentito dal 2005. Un omicidio simbolico, che vuole dimostrare la vitalità dei Casalesi e mostra una lacerazione profonda del corpo democratico in Italia. E’ di dieci giorni fa, infatti l’esecuzione sommaria dei 6 centroafricani e, il maxi arresto di 107 personaggi coinvolti nelle esecuzioni si è dimostrato ancora una volta spettacolare, ma inutile. La mafia, e quella casalese non fa eccezioni va affrontata con massicci interventi dello stato, che non dovrebbe mandare solo i militari a Casal di Principe. Perché se non si affronta il problema con politiche culturali e attraverso la tutela di chi denuncia, le parole sottosegretario agli interni Mantovano, che parla di guerra tra organizzazioni mafiose e Stato, accusando le persone che non collaborano, risultano esperimenti di vuota retorica, buona per i salotti televisivi.

07/10/2008
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