Nonviolenza 2.0: siamo connessi!

Dopo il viaggio esplorativo di luglio in cui una delegazione di Salvagente aveva percorso, insieme ai volontari di Operation Daywork di Bolzano, in lungo e in largo la Cisgiordania verificando con i propri occhi la situazione di occupazione che affligge quei territori, passando attraverso i tanti checkpoint che dividono le zone di area A e arrivando infine nel villaggio di At-Tuwani, prende avvio il progetto di gemellaggio con il Performing Media Lab, di via Salgari 7 a Torino.

Una connessione senza fili tra queste esperienze resistenti connette la voglia di giustizia, tanto in Italia come in Medio-Oriente. Verso questo orizzonte comune a chi si riconosce nella necessità di realizzare i diritti umani fondamentali come base del vivere sociale, gli abitanti di At-Tuwani, come Acmos, hanno scelto la forza nonviolenta. Oggi questa opzione etica si traduce anche in una battaglia nell’etere per il diritto ad una autorappresentazione scevra dai vizi di interesse dei massmedia. Alfabetizzarsi ai linguaggi delle nuove tecnologie ci permette di riconquistare spazi di autonomia e partecipazione nella sfera pubblica del Web che tanto ha animato gli spiriti rivoluzionari nel sud del Mediterraneo. La sfida si gioca anche su questo piano. Per questo all’esperienza diretta dei coraggiosi abitanti di At-Tuwani, vessati dall’occupazione militare e civile israeliana, contro ogni regola del diritto internazionale a partire dalle violate convenzioni di Ginevra, si affianca l’impegno civile del movimento di Acmos. Uno scambio che ieri ha visto partire per i Territori Occupati Palestinesi una delegazione di Salvagente per il primo evento formativo sull’uso sociale dei media, dopo che ad un’analoga delegazione é stato negato nei giorni scorsi il visto d’ingresso, come se l’incontro con l’altro, la testimonianza e lo scambio di buone pratiche fossero un pericolo per la sicurezza dello Stato d’Israele: una democrazia che, scossa anche dal movimento globale degli “indignados”, urge di essere ripensata in senso non escludente, diversificando il discorso sulla sicurezza da quello sull’occupazione militare, rinunciando alla violenza verso la popolazione civile. Un cambiamento in un contesto complesso richiede responsabilità da parte di tutti gli attori sulla scena geopolitica, ma anche un impegno dal basso che con coraggio denunci le ingiustizie e si apra al dialogo per sperimentare l’incontro anche via Web. Stay tuned… On Salavagente

13/11/2011
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