"Non lasciateci soli". Giornalisti minacciati in Salvador

 di Simone Bauducco

Hanno aperto il loro sito web nel 1998, prima ancora che nascesse Google, e da 14 anni producono inchieste e servizi scottanti sul narcotraffico in CentroAmerica e sui legami tra i narcos e la politica. Il sito d’informazione salvadoregno “El Faro” rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per il giornalismo americano e non solo. Il suo direttore Carlos Dada ha ricevuto recentemente a Ferrara il premio per giornalismo investigativo assegnato dalla rivista Internazionale e intitolato alla memoria di Anna Politovskaya. “Abbiamo iniziato con un giornale web perché ci permetteva di svolgere il nostro lavoro senza grandi spese – racconta Dada – con il passare degli anni non abbiamo mai smesso di portare avanti la nostra missione nonostante molti dicessero che non saremmo riusciti a sopravvivere”. Invece Carlos insieme alla sua schiera di giornalisti è riuscito a vincere una sfida: quella di fare inchieste lunghe su un mezzo come il web che privilegia i 140 caratteri e la brevità della notizia. “Il contenuto dell’articolo è il vero punto fondamentale del nostro lavoro. La tecnologia ci ha solo permesso di avere altre possibilità, ma non rappresenta null’altro di più se non uno strumento”. In questi quattordici anni di lavoro, El Faro ha realizzato inchieste che hanno contribuito ad alzare l’attenzione sul problema del narcotraffico non solo in Salvador, ma in tutta la regione centro americana. Proprio per questo, da molti anni, i giornalisti della rivista hanno iniziato a ricevere minacce e intimidazioni da parte della criminalità organizzata. “Con l’aumento delle minacce abbiamo sviluppato una serie di regole per difenderci e tutelarci. Innanzitutto la sicurezza politica: avere visibilità internazionale ci aiuta a non rimanere soli e isolati. La maggior parte dei giornalisti uccisi nella nostra regione scrivevano per lo più su riviste locali. Non erano conosciuti e quando sono stati uccisi nessuno ha protestato per la loro morte”. La visibilità internazionale crea una rete di protezione maggiore e contribuisce ad innalzare il costo sociale per la criminalità organizzata di un assassinio. “Sono importanti inoltre la sicurezza legale per proteggerci dalle querele intimidatorie, la sicurezza nelle comunicazione interne, quella fisica e quella psicologica ed emozionale che ci permette di superare insieme i momenti di stress”. Ma quello che conta di più, secondo il direttore de “El Faro”, è la precisione dell’informazione: “Più siamo precisi nello scrivere nel dare informazione e meno saremo attaccabili”. Un insegnamento fondamentale per tutti quei giovani che si avvicinano alla professione del giornalista e che vedono nel Faro un modello ed un esempio per il riscatto del paese.

07/10/2012
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