Nomadland

Fern (F. McDormand) è una donna sessantenne che ha perso tutto: l’amato marito, il lavoro, la casa. Così si è messa in viaggio sul suo furgone, riadattato a casa su quattro ruote. Viaggia lungo le statali americane, lavora saltuariamente dove può, dorme nei parcheggi e incontra molte persone, sulla sua strada, simili a lei: nomadi per scelta o per necessità, che sanno riconoscersi a vicenda, regalandosi solidarietà e aiuto reciproci. Tra queste c’è Dave (D. Strathairn), che ritrova periodicamente. Per Fern, come per gli altri, la vita spesso è stata dura, ma forse la condizione errante ha permesso a tutti di riscoprire gli aspetti salienti dell’esistenza, il bisogno di calore umano, il valore della generosità e della gentilezza.

Chloé Zhao ha scritto, diretto, coprodotto e montato questo road movie anomalo, dal ritmo costante, dove l’ottima fotografia esalta i paesaggi (anche quelli più ostili all’uomo), spesso nelle luci crepuscolari delle giornate e la musica di Ludovico Einaudi crea una cornice malinconica per le scene. A suo modo, ricorda “Una storia vera” di David Lynch, vent’anni dopo. In controluce, è un ritratto del nostro tempo, molto americano, ma con echi poetici e universali. Frances McDormand come sempre strepitosa, regge il film con il solo sguardo.

Nomadland ha vinto il Leone d’oro alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia e fatto incetta di premi, un po’ ovunque, tra cui due Golden Globes, collezionando anche 6 candidature alla notte degli Oscar, in programma domenica 25 aprile. Probabile che vinca anche lì, in ogni caso se vi capita, guardatelo!

17/04/2021
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