Noi stiamo con Emergency


Marco Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani torneranno domani in aereo, nonostante la nube islandese. E nonostante un’accusa pesante quanto ridicola rivolta a degli uomini di pace.

I tre medici erano stati arrestati il 10 aprile, con un’irruzione dei servizi segreti  nell’ospedale di Lashkar-gah. Secondo il governo afghano, stavano pianificando l’omicidio del governatore della provincia, e nascondevano armi e giubbotti da kamikaze all’interno dell’ospedale. Gino Strada ha definito l’accusa “ridicola”, e imputato l’azione al fatto che Emergency è da sempre “un testimone scomodo”.

Lo è particolarmente in una provincia come quella di Helmand, dove il conflitto è violento e i civili in costante pericolo. Il presidente di Emergency ha aggiunto, rispondendo ad una domanda in un’intervista, che sicuramente nell’ospedale erano stati curati dei talebani, per il semplice fatto che la sua organizzazione non fa selezione all’ingresso: curano qualunque essere umano che ne abbia bisogno.

Le voci sulla chiusura dell’ospedale come contropartita per il rilascio sono state smentite. Semplicemente, i tre operatori sono stati dichiarati innocenti. La Farnesina, nella persona del ministro Frattini, non è intervenuta ufficialmente. Il ministro si è limitato a ribadire la politica di rigore nei confronti di chiunque sostenga i terroristi e un pallido plauso a coloro – civili o militari – che si spendono per il mantenimento della pace.

Tornano in Italia, e non subito al lavoro in ospedale, per essere sentiti dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sull’episodio.

19/04/2010
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