Meglio gay che…


… verrebbe da dire “chiunque altro”. Ma non per una difesa sterile delle minoranze, o della libertà di orientamento sessuale. Ma per rispondere alla protervia di Berlusconi, che ieri ha davvero toccato il fondo della decenza e, subito dopo, cominciato a scavare. Le dichiarazioni, ignobili quanto gratuite, potete leggerle qui, un articolo tra tanti. Ovviamente ha scatenato una bufera, da parte di tutta l’opposizione e parte della sua maggioranza. Qui potete leggere la risposta di Vendola.


Non è il caso di entrare nel merito dell’affermazione di Berlusconi, che ovviamente ha solo fatto una “battuta di spirito”, per riaffermare la pari dignità delle persone e il diritto alla diversità, che ci rende più ricchi. Certo che in un colpo solo, l’assai poco Cavaliere, ha offeso tutti. E verrebbe da rispondere che è molto meglio l’omosessualità, che non è una scelta, rispetto a molti dei comportamenti e delle azioni, passate e presenti del Premier, che scelte restano: dalla corruzione di avvocati, alla frequentazione di pregiudicati e mafiosi, alle inchieste che lo vedono imputato e impunito da vent’anni.


Però, anche questo è facile. Il vero dramma è che Berlusconi, con meschina teatralità, ha di nuovo spostato l’attenzione del pubblico. Non terremo gli occhi sulla palla ora, ma ci azzuferemo sugli spalti. E dimenticheremo che si stava discutendo di festini ad Arcore, minorenni marocchine (spacciate come parenti di Mubarak, che è il premier egiziano!), telefonate di pressione in questura, moralità discutibile del nostro Presidente del Consiglio.

E, nella migliore tradizione dell’effetto domino, tutto questo “affaire bunga bunga” aveva già, a sua volta, cancellato dalla nostra labile memoria, le indagini sulla corruzione di senatori, sulle pressioni in Rai, sui rapporti con Mangano o Dell’Utri, le dichiarazioni su Gomorra e Saviano, la corruzione di Mills e molto altro.

Berlusconi è un prestigiatore e ancora una volta, cerca il colpo di coda finale. Prima del sipario sulla tragedia, deve morire Sansone insieme a tutti i filistei. E di questo passo, rischiamo di rimanerci tutti, sotto il crollo di questo impero di cartapesta, forse verso l’ultimo crepuscolo.

03/11/2010
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