L’ultima notte della rete?

Il 6 luglio prossimo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) convaliderà – salvo ripensamenti – la delibera sulla tutela del copyright online (n.668/10/cons). L’obiettivo dichiarato è quello di porre dei paletti nelle reti di comunicazione elettronica in materia di diritto d’autore.
I proprietari di un contenuto (foto, video, testo, ecc…) potranno segnalare qualsiasi utilizzo delle loro proprietà presso l’Agcom e accusare il sito utilizzatore di pirateria. Se l’Agcom riconoscesse la segnalazione come valida richiederà al ‘pirata’ la rimozione del contenuto in questione, entro 48 ore. Se entro tale termine la rimozione non dovesse essere effettuata Agcom si rivolgerà direttamente agli operatori Internet che gestiscono il dominio e gli indirizzi su cui il sito si trova, chiedendone l’oscuramento totale, o parziale. Da quel momento saranno concessi 5 giorni di contraddittorio ai gestori del sito incriminato per spiegare le proprie ragioni, se queste non fossero ritenute fondate il sito rimarrebbe bloccato o, in extremis, cancellato dal web.

Il rischio che presenta questo decreto è che dietro alla necessità di salvaguardare il settore dell’industria culturale e dell’intrattenimento (17 mila imprese, 300 mila dipendenti) dalle grandi piattaforme pirata che abusano senza limiti dei prodotti sotto copyright si finisca per censurare anche siti che utilizzano contenuti protetti senza alcuna intenzione di frode. Così facendo il traguardo prossimo sarebbe la limitazione delle libertà di espressione e informazione in rete. E il rischio è giustamente ritenuto concreto a causa della natura lacunosa della norma prodotta da Agcom.
Il primo problema è quello dato dalla totale discrezionalità delle decisioni che Agcom verrebbe ad avere. La Rete Internet che conosciamo è uno spazio virtuale dotato di un livello di democraticità oggi introvabile altrove. L’idea di affidare a un’agenzia il compito di giudicare dell’utilizzo, legale o meno, di tutto ciò che sulla rete viene caricato e prodotto è quantomeno azzardata, soprattutto se si tiene presente la natura politica dell’agenzia in questione. Trascrivo dal sito stesso di Agcom: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è un’autorità indipendente […]. Indipendenza e autonomia sono elementi costitutivi che ne caratterizzano l’attività e le deliberazioni. Al pari delle altre autorità previste dall’ordinamento italiano, l’Agcom risponde del proprio operato al Parlamento, che ne ha stabilito i poteri, definito lo statuto ed eletto i componenti”. Insomma, i funzionari che lavorano presso Agcom lo fanno in totale autonomia, dopo essere stati scelti dalle camere: i suoi otto commissari sono eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato, e il presidente è proposto direttamente dal presidente del consiglio.
Altro problema sta nel conflitto di competenze. L’Agenzia è un organo amministrativo e le sue decisioni hanno e devono avere natura amministrativa. L’oscuramento di un sito o la censura di un contenuto sono azioni che prevedono la presenza e la decisione di un’autorità giudiziaria.
Ci sono poi problemi di natura fisica. Vista la sconfinata produzione e il caricamento di contenuti sul web l’Agenzia dovrebbe implementare un ufficio per le segnalazioni di pirateria piuttosto corposo. E non solo numericamente, anche tematicamente visto che dovrà saper spaziare tra siti di carattere profondamente diverso: pubblicità, informazione, siti privati, banche dati, siti benefit e cono scopo di lucro e il relativo utilizzo di contenuti protetti in cui questi siti potrebbero incappare. Ma soprattutto dovrà saperlo fare in tempi strettissimi: 2 giorni dall’avvertimento e 5 dal blocco. Considerando che esistono siti operanti in Italia ma con domini stranieri ci sarebbe da chiedersi se le notifiche di Agcom gli arriveranno in tempi utili perchè questi organizzino una difesa legittima.
A tutto ciò va aggiunto che per scrivere la delibera in questione Agcom si è ben guardata dall’ascoltare i consigli di utenti e associazioni interessate alle libertà digitali che pur si sono mosse inviando suggerimenti e riflessioni.
L’ipotesi che dal 6 luglio sia possibile cadere nelle mani di una censura web è un’evenienza piuttosto fondata. Le azioni quotidiane in rete che violano il diritto d’autore sono frequentissime e quasi inconsapevoli. Dal caricamento di una foto a corredo di un articolo all’utilizzo di una musica nota come colonna sonora di un video.
Un gruppo di associazioni piuttosto nutrito si muove da tempo per sensibilizzare l’opinione pubblica verso il problema. Il 5 luglio a Roma si terrà La Notte della Rete. A 24 ore dall’approvazione della delibera, una notte intera, a cui prenderanno parte blogger italiani, artisti, esponenti della rete, leader politici, cittadini e utenti del web per scongiurarne l’entrata in vigore. Sperando non sia l’ultima notte.

04/07/2011
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