La TAV alla Scuola di Politica

I RAGAZZI DEI GEC ALLA SCUOLA DI POLITICA

La serata dell’ 8 ottobre 2012 della scuola di politica ha avuto come ospiti i giovani dei GEC di ACMOS, che durante il campo di Boves hanno redatto un documento “frutto di un processo partecipativo e deliberativo” sul tema della TAV.

Il titolo del documento è “Per grandi opere servono grandi riflessioni”, e lo stesso si sviluppa in quattro aree di riflessione:

1-PROCESSI DEMOCRATICI

2-USO DELLA VIOLENZA

3-MODELLO DI SVILUPPO

4-INFILTRAZIONI MAFIOSE.

Il documento è stato presentato in tutte le sue parti da alcuni giovani che a Boves hanno partecipato alla stesura, e il dibattito durante la serata è stato motivo di riflessione per la fondazione Benvenuti in Italia, che proprio a partire da questo documento trarrà la sua posizione autonoma rispetto all’argomento. I giovani di ACMOS, nel loro ponderato e accurato documento, si dichiarano contrari alla realizzazione dell’opera che viene vista come “un azzardo dalle ricadute incerte” per il nostro paese; condannano la violenza da chiunque essa sia stata praticata, chiedendo alla magistratura di fare chiarezza sui fatti; chiedono un maggiore utilizzo di corretti processi democratici volti all’inclusione delle popolazioni coinvolte da progetti così faraonici, costosi e impattanti sull’ambiente di un territorio; mettono in guardia dalle possibili infiltrazioni mafiose in un paese come l’Italia che non riesce ad approvare une legge anti-corruzione e che presenta evidenti falle nel sistema di affidamento degli appalti per le opere pubbliche. Il dibattito durante la serata ha toccato il punto centrale della questione, che secondo i numerosi interventi, è il modello di sviluppo verso il quale vogliamo portare il nostro paese. Il dibattito intorno alla TAV non può prescindere da questo argomento. Il nostro modello di sviluppo mette al centro l’uomo. Un secondo passaggio, che si è toccato durante la discussione, è quello sulle priorità che l’Italia dovrebbe avere in un momento di crisi come questo.

Tutto il movimento ritiene che le infrastrutture siano ovviamente necessarie, ma quali sono le aree in cui oggi si dovrebbe investire?.

La scuola pubblica che cade a pezzi non è forse un’infrastruttura su cui i governi dovrebbero intervenire?. E ancora, il pericolo di infiltrazioni mafiose non è una motivazione valida per non realizzare più opere pubbliche ma sicuramente lo Stato può, attraverso procedimenti legislativi efficaci, rendere più sicuri gli appalti e dimostrarsi maggiormente vicino alle imprese, ai lavoratori e ai cittadini onesti che rifiutano la logica mafiosa. La discussione si è conclusa con l’intervento del Presidente della fondazione, Davide Mattiello, che ha fatto notare come siano importanti momenti di confronto come questi, tra i “giovani” e gli “adulti” del movimento. Momenti che servono a rendere più omogeneo il pensiero e più chiare le prese di posizione. Inoltre Mattiello ha sottolineato come, ancor più di fronte a questi grandi temi, si debba sentire forte l’esigenze di non rimanere estranei alla gestione del potere, ma anzi di volerne gestire parti sempre più importanti. Occorre entrare nei meccanismi della politica con le nostre idee, convinzioni e la nostra visione del futuro per realizzare le nostre aspirazioni, i nostri sogni, con le gambe ben piantate a terra ma mostrando una concezione del mondo radicalmente diversa da quella che oggi domina la scena politica italiana.

10/10/2012
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