Infelici e meschini – E' stato il figlio

Che strano film, l’ultima pellicola di Daniele Ciprì, “E’ stato il figlio”: ambientato nella Sicilia degli anni ’70, ruota intorno a Nicola Ciraulo (Toni Servillo), capofamiglia poveraccio con moglie, due figli e i genitori a carico. Si arrabatta come può, soprattutto con l’anziano padre e il figlio maschio, recuperando metallo da relitti arrugginiti di navi e lavoricchiando qui e là; un giorno la figlia piccola rimane uccisa in uno scontro a fuoco e tutto cambia. Nicola viene a sapere che ha diritto a un risarcimento, in quanto famigliare di vittima di mafia. Il miraggio dei milioni, che tanto impiegano ad arrivare, costringe Nicola ad indebitarsi con un usuraio e quando finalmente arriva la tanto attesa “liquidazione”, l’uomo, incredibilmente, compra una Mercedes: il modo perverso di sentirsi risarcito e dimostrare al mondo il suo diritto al riscatto sociale. L’auto nuova diventa l’ossessione e la ragione di vita stessa di Nicola, provocando tragiche conseguenze.

 

Ciprì ci regala un film complesso e lineare: novanta minuti secchi, un po’ commedia grottesca, un po’ dramma onirico; alterna lampi di ironia brutale e passaggi di malinconica e visionaria bellezza. La rappresentazione di un’umanità brutta, sporca e cattiva è notevole, alcune sequenze lasciano il segno: la gita al mare della famiglia, la morte della bambina e il carosello macabro che la precede, i rapporti tra Nicola e lo strozzino melomane.

Toni Servillo ancora una volta maiuscolo, in una squadra di attori bravi e poco conosciuti. Due premi minori al Festival di Venezia, un bell’esempio di cinema italiano indipendente, che resta nella memoria dello spettatore.

 

Guardatelo, finchè resta nelle sale!

 

12/10/2012
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