Il miracolo scolastico della Regione Piemonte

 

Il primo giorno di scuola, un momento particolare che vede alternarsi nella crescita di un ragazzo umori, sfumati da colori differenti ogni anno che passa. Dall’eccitazione all’avversione.
Quello iniziato oggi sarà un anno eccezionale. Risorse ridotte all’osso, progetti (che non partono) sulla sicurezza e accoglienza dei luoghi d’insegnamento, proteste del popolo di insegnanti già precari e un mondo di studenti e addetti ai lavori che pur deve dare un futuro alla nostra società “civile”.
La Regione Piemonte è riuscita a ben figurare anche quest’anno, unica in Italia a non chiudere nessun istituto scolastico per via dei tagli, ha rilanciato assumendo maggior personale che negli anni passati. Pochi giorni fa infatti sono state approvate tre delibere che garantiranno l’assunzione di 620 persone tra docenti e personale ausiliario – ovviamente precario. Con le stesse risorse stanziate l’anno passato – 8,2 milioni di euro – la Regione farà il miracolo, visti i tempi che corrono, di assumere 200 persone in più rispetto al 2010 e contemporaneamente riuscirà a mantenere aperte le scuole di montagna, quelle delle aree disagiate, e in attività i sostegni ai portatori di handicap. Come ha detto l’assessore all’istruzione Alberto Cirio “avremo più personale nelle scuole e in Piemonte nessun istituto sarà chiuso”.
L’operazione risulterebbe encomiabile se non fosse per un particolare a cui i più, in un periodo così scarso di possibilità lavorative, non hanno prestato attenzione. Già nel 2010 la Giunta Cota aveva ventilato l’idea di introdurre gradualmente nelle scuole piemontesi solo insegnanti piemontesi. La proposta era stata accolta dalle polemiche e accantonata. A distanza di un anno, mentre aleggia la paura della crisi e vige la legge del “si salvi chi può” la giunta regionale è riuscita a centrare il suo vecchio obiettivo, almeno parzialmente. L’accordo tra Regione, uffici scolastici e direzione regionale dell’Inps prevede infatti che la scelta dei docenti venga fatta “prioritariamente tra gli iscritti nelle liste di disoccupazione regionale dell’Inps”. Insomma, le assunzioni riguarderanno quasi totalmente individui residenti e domiciliati da lungo tempo in Piemonte.

12/09/2011
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