Il Calcio è un fenomeno umano

Qualcuno siccome si parla di calcio, pensa che sia una questione tra tifosi.

Qualcuno siccome si parla di sport, pensa sia tutto riconducibile ad una giustizia sportiva.

Qualcuno pensa siano discorsi da bar, discussioni di bassa lega e di poco valore.

Quel qualcuno si sbaglia.

Non solo perchè il calcio è un’industria, una delle più potenti e influenti d’Italia.

Una macchina che brucia soldi? Una macchina che produce soldi.

Tanti.

Il calcio è uno sport avvincente ed avvolgente ( il lunedì il posticipo di Serie B, il martedì ed il mercoledì la Champions League, il Giovedì l’Europa League, il Venerdì l’anticipo di B, sabato e Domenica la Serie A e tutti i campinati minori) che trae la sua linfa dal seguito popolare: milioni di persone incollate alla tv.

Già, i famosi diritti televisivi, che hanno riversato nel mondo del pallone, miliardi di vecchie lire ed ora centinaia di milioni di euro. E l’odore dei soldi, attrae la criminalità come nient’altro…

Ecco perchè il processo che si sta svolgendo a Napoli in questi giorni è importante e non va lasciato solo alle cronache sportive dei giornali, nè solo in bocca ai tifosi che pensano ai possibili scenari che la sentenza di primo grado potrebbe regalare.



Si tratta di un procedimento penale  importante, quanto paradigmatico:

perchè l’accusa non è alla Juventus per frode sportiva, perchè non sono in discussione gli scudetti vinti o riassegnati, infatti l’accusa è di reato per associazione a delinquere.


Il tenore delle intercettazioni della primavera 2006 sono inequivocabili.

Un gruppo di dirigenti di squadre di serie A, di dirigenti della FIGC, di arbitri e di giornalisti sono accusati di pilotare i risultati delle partite, non in favore di una squadra sola, bensì per pilotare i risultati di varie partite, ma più in generale per gestire potere.

Prove schiaccianti, partite combinate, presidenti che si lamentano degli arbitri e che poi scendono a patti con “il sistema”.

Le indagini condotte dai pm napoletani Beatrice e Narducci, sono partite dal calcio scommesse delle serie minori e sono arrivate fino a scoperchiare lo scandalo.

Eppure, nonostante si tratti di un processo penale in piena regola, nonostante chi ha chiesto il rito abbreviato abbia già subito condanne in primo grado (Giraudo, ad Juventus e dirigente FIGC, 3 anni di reclusione, gli arbitri Pieri e Dondarini 2 anni e 4 mesi, Tullio Lanese, ex presidente arbitri, 2 anni), si continua a parlare di scudetti , di griglie arbitrali e di nuove intercettazioni che tenderebbero a dimostrare la falsità delle accuse secondo l’assioma “così facevan tutti”.


Nel dicembre scorso, la trasmissione “Operazione off side” andata in onda su LA7, ha messo una in fila all’altra le intercettazioni originali ed ha ricostruito la storia detta e non detta.

Sembra di rivivere altre storie d’Italia, solo che le intercettazioni sono lì a parlare di complotti, di accordi  e di controllo anche dei giornalisti per poter condizionare l’opinione pubblica.

Quante volte abbiamo sentito dire “ma la Juventus aveva 8 suoi giocatori nella finale mondiale, non aveva bisogno di truccare le partite?”.

Ma basta mettere un pò il naso, anzi l’orecchio, in quelle conversazioni, per capire che non è la Juventus il centro dell’interesse. Occorre uscire dalla categoria del tifoso per giudicare lucidamente.


Schede telefoniche criptate, cene segrete, incontri privati tra soggetti che paiono davvero creare un comitato d’affari, un vero e proprio sistema.

Basti pensare che un generale della Guardia di Finanza avvertì Moggi di come stavano procedendo le indagini sulle plusvalenze ed il falso in bilancio della stessa società bianconera.

Addirittura Moggi telefonò all’allora ministro dell’Economia, Siniscalco, per chiedere il trasferimento di un finanziere.

Ricordate il procuratore di Pinerolo, Marabotto, arrestato per corruzione nel febbraio 2009? Avvertì Moggi delle indagini napoletane. E l’allora Ministro dell’Interno, ora presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, telefonò a Moggi per chiedergli esplicitamente il salvataggio della Torres.

Per tutto questo, gli indagati non parlano, non spiegano, dicono di essere stati vittime.

“Sono solo telefonate di tifosi e di amici” ripete spesso lo stesso Moggi.

A vedere la trasmissione con attenzione, sembra non esserci scampo per gli imputati.

Eppure, qualcosa non torna, perchè regna la più totale e assoluta omertà in questa vicenda.

Persino i fratelli Della Valle, prima grandi accusatori, poi complici, perchè chiedono ed ottengono i favori per poter salvare la loro Fiorentina, tacciono e non vuotano il sacco.

Cosa ancora non sappiamo?

Chi è rimasto tra le pieghe di quella che è stata da tutti definita Calciopoli?

Perchè i Media si concentrano quasi eslucisvamente sugli aspetti sportivi e non sui profili penali?


Forse le risposte vanno cercate altrove e non tra i soli addetti ai lavori.


Il Calcio non arriva dalla luna. “E’ un fenomeno umano” ed è il giocattolo di molti grandi imprenditori e uomini d’affari. Tanto in Italia, quanto all’estero. Solo che nel bel paese gli intrecci tra grossi scandali, truffe e signori del calcio, dovrebbero farci sobbalzare sulla sedia.


Facile citarne alcuni: Borsano (Tangentopoli), Cragnotti (Montedison/Cirio), Tanzi (Parmalat). Senza dimenticare mister B ed il suo impero.


Sarebbe curioso indagare le regole di questo strano mondo. Non ne abbiamo il tempo, ma una cosa la possiamo dire senza temere querele: il calcio è una sorta di paradiso fiscale, dove è facile riciclare il denaro sporco, dove i controlli sono pochi e dove falsificare e gonfiare i bilanci è facile grazie a piccoli artifici di economia creativa e dove impera il confilitto di interessi (Report docet)

Tutto ciò vi ricorda qualcos’altro?




Operazione Off Side – LA7

20/04/2010
Articolo di