Ieri, oggi e domani

treno-della-memoria-2006-01E’ partito il primo dei quattro treni, che in queste settimane, porteranno migliaia di studenti in visita ai campi di sterminio, ad Auschwitz, grazie al lavoro di Terra del Fuoco, supportato dalle nostre anguille. Parlare di Shoà, in queste settimane di attenzione mediatica per Israele e il suo conflitto con i palestinesi, è rischioso oltre che delicato. Bisogna rifuggire dai semplici paragoni, dalle giustapposizioni superficiali: Olmert non è un nuovo Adolf Hitler, gli israeliani non stanno compiendo un genocidio di portata paragonabile a quello di 60 anni fa, i palestinesi non sono tutti jihadisti pronti a farsi esplodere; questo non significa nemmeno far finta di nulla, ma solo valutare i fenomeni e gli avvenimenti storici con la dovuta distanza e lucidità. La Shoà è stata probabilmente il punto più basso della storia del Novecento (insieme a Hiroshima e Nagasaki), Auschwitz fu, come scrisse Hannah Arendt, “il male assoluto impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell’interesse egoistico, dell’avidità, dell’invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.” La ferita in Medioriente è aperta da sessant’anni e forse non è un caso che quasi coincida con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma prima di azzardare similitudini, come tanti hanno fatto a sproposito in questi giorni, contiamo tutti fino a cento. Lo sforzo del Treno della Memoria è creare percorsi di inclusione, motivi di incontro, luoghi di discussione. Se il mondo perde il senno, anche a noi spetta il compito di rimanere calmi e continuare a ragionare di cittadinanza e rispetto dei diritti umani. Degli uomini, tutti gli uomini, senza distinzioni, perchè non si ripeta, in qualsiasi forma.

22/01/2009
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