Grande Torino

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Sessanta anni ed un giorno fa il Grande Torino scompariva in un tragico incidente aereo a Superga.

il 5/5/1949 oltre cinquecentomila persone sfilarono in un corteo silenzioso per le vie di Torino per salutare quegli eroi immortali.

Erano gli anni del dopoguerra e per l’Italia intera quella squadra di calcio rappresentava una speranza di rinascita concreta, un simbolo cui aggrapparsi, come lo fu Fausto Coppi nel ciclismo.

Le vittorie di cinque scudetti consecutivi, i record e le leggendarie partite al Filadelfia, sono numeri che non rendono la bellezza dello spettacolo che quella squadra riuscì ad esprimere e che fece innamorare i tifosi di tutta Italia.

I proverbiali 15 minuti granata, una furia che si abbatteva sull’avversario di turno, ogni qual volta Valentino Mazzola, il capitano, si arrotolava le maniche della maglietta; la carica del trombettiere del Fila, che avviava la puntuale riscossa nei momenti di difficoltà.

Scrisse Indro Montanelli: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta.”

Forse è per questo che ci sono ancora milioni di tifosi del Toro in tutto il mondo, nonostante da allora le fortune sportive non abbiano più sorriso al tifoso granata.

Qualche settimana fa decine di uomini, donne, ragazzi e ragazze, hanno ripulito il Filadelfia, il mitico stadio in cui giocarono “gli angeli”, che ormai è un rudere, abbandonato al suo destino, sempre in odore di speculazione edilizia e sempre oggetto di vane promesse dei presidenti che si sono succeduti dal giorno della sua demolizione.

Ieri ci si è raccolti anche lì, dopo la cerimonia ufficiale che ogni anno si tiene a Superga.

Trovo che anche questo sia un modo per fare memoria ed un modo per prendersi cura del proprio territorio.

Il mio desiderio è che questo piccolo impegno serva a ricordare non tanto il glorioso passato sportivo, ma proprio quella speranza di rinascita che rappresentava tutto un popolo.


05/05/2009
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