Giovine. Strana storia di candidati inconsapevoli



In molti, almeno secondo la difesa, avrebbero potuto chiarire l’utilizzo che Michele Giovine fa del proprio telefono. Per la precisione: 117 testimoni da sentire in aula. Dopo l’opposizione del Pm e delle parti civili, è arrivata oggi anche quella del giudice Alessandro Santangelo: degli oltre 100 testimoni richiesti dalla difesa, solo 6 saranno chiamati a deporre.


Una brusca frenata per la linea difensiva di Michele Giovine – un punto a favore per la durata del processo – accusato di irregolarità nella autentica delle firme necessarie a presentare la lista “Pensionati per Cota” alle scorse elezioni regionali.


L’imputato, oggi assente in aula per motivi di salute, ha tentato di posticipare l’udienza giocando la carta del legittimo impedimento. Niente da fare, il giudice ha rigettato l’istanza e il processo è proseguito.


Gli avvocati del leader dei Pensionati per Cota hanno insistito sulla via del “così fan tutti”. Quasi a dire: Michele Giovine non è stato il solo ad aver autenticato le firme fuori dal territorio di competenza. Per gli avvocati anche sulla modalità di presentazione della lista “Pensionati e Invalidi per Bresso”, parte civile nel processo, ci sarebbero delle irregolarità tanto da aver sporto denuncia, affinché si faccia chiarezza. L’istanza preliminare, anche in questo caso, è stata rispedita al mittente.


Il dibattimento è entrato poi nel vivo, sentendo le testimonianze di 4 candidati inseriti in lista da Giovine. Tutti, tra cui l’ex ragazza del consigliere regionale, hanno dichiarato in aula di essere state inseriti in lista a loro insaputa. Non hanno riconosciuto la loro firma e non sapevano di concorrere per un posto a Palazzo Lascaris.

A sentire le dichiarazioni dei testi, sembra che le irregolarità non si fermino all’autentica delle firme, ma si spingano oltre. Il dubbio, che solo una sentenza definitiva del tribunale potrà chiarire, è lecito: Michele Giovine è legittimato a sedere tra i banchi della maggioranza in Regione?

C’è chi ne chiede – per ragioni di opportunità politica – le dimissioni e nuove elezioni, come Benvenuti in Italia, oggi fuori dal palazzo di Giustizia con una flash Mob dal titolo: “Anche Marilyn ha firmato per Giovine!”


Michele Giovine e il vizio delle firme false


La lista dei Pensionati. Di famiglia


L’incubo di Cota? Il “Giovine” pensionato

16/02/2011
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