Genova: 10 anni dopo

In appello i giudici la chiamarono “sospensione della democrazia”, qualcosa di molto vicino a un colpo di stato, solo con un tempo e un luogo determinato. Genova, da giovedì 19 luglio a domenica 22 luglio 2001.

Il movimento antiliberista nato a Seattle si era dato appuntamento a Genova, nel luogo e nei giorni in cui si sarebbero incontrati gli 8 capi degli stati più potenti della terra. L’obiettivo del movimento dei moviementi era quello di violare la zona rossa dimostrando una disobbedienza simbolica, un rifiuto e insieme la proposta di un sistema politico economico differente e possibile.

Si scoprì essere in realtà l’appuntamento programmato per uno scontro. Gli ideatori sono riconoscibili nelle frange violente e non riconosciute del movimento, denominate black blok, e le forze di sicurezza, guidate dall’alto a fornire risposte violente alla violenza.

A dieci anni di distanza 9 sono i processi frutto di quei tre giorni. Per i 24 manifestanti imputati,tutti italiani, le accuse vanno dal saccheggio al porto abusivo d’armi. Sono stati tutti condannati in I grado (14 dicembre 2007) per un totale di 110 anni. L’Appello (9 ottobre 2009) ha confermato la condanna per 10 di loro, gli altri sono stati prescritti, uno solo assolto. Il processo sulla morte di Carlo Giuliani ha visto Mario Placanica, il carabiniere che sparò a Carlo,  prosciolto in istruttoria. Per la Corte europea di Strasburgo, pronunciatasi a marzo di quest’anno, lo Stato italiano non è responsabile della morte di Carlo Giuliani e nemmeno lo è Placanica che sparò per legittima difesa.


Nel processo per le torure avvenute nella caserma di Bolzaneto sono imputati poliziotti, carabinieri, agenti penitenziari e medici con le accuse di abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni. In I grado (luglio 2008) sono state comminate 15 condanne per un totale di 23 anni e 30 assoluzioni. L’Appello ha prescritto la maggior parte delle posizioni ma condannato 44 persone al risarcimento dei danni. Nel processo sui depistaggi alle indagini per “salvare” i vertici della polizia. Gianni De Gennaro e Spartaco Mortola sono stati assolti in primo grado e condannati a 1 e 4 mesi in Appello. L’ex questore Colucci aspetta ancora il giudizio di primo grado. Incombe la prescrizione.

Nel Processo sui fatti della scuola Diaz sono imputati 29 persone tra agenti, questori e prefetti. Francesco Gratteri, Gianni Luperi,  Gilberto Calderozzi a Vincenzo Canterini, tutti attualmente ai vertici della polizia. Il 13 novembre 2008 il Tribunale ha condannato 13 persone, gli uomini di Canterini che materialmente entrarono nella scuola. Sono stati assolti coloro che li comandavano: 16 persone tra cui Gratteri e Luperi. Il 18 maggio 2010 l’Appello ha ribaltato il giudizio: condannati 25 dei 28 imputati, due  prescritti e uno assolto. Non è stata ancora fissata la Cassazione e sembra vicino il rischio che tutto finisca in prescrizione. De Gennaro, allora capo della polizia, è diventato numero 1 dei servizi segreti in Italia. Gratteri è attuale capo della Divisione anticrimine. Spartaco Mortola è diventato questore. Alessandro Perugini dirigente dei servizi segreti. Canterini, il capo della squadra responsabile che diede vita alla macelleria messicana  è andato in pensione con il grado di questore.

La commissione parlamentare d’inchiesta che avrebbe dovuto indagare sulle responsabilità politiche  fu bocciata alla Camera. Si sa per certo però che durante i giorni degli scontri, l’allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini si trovava nella sala operativa del comando regionale dei carabinieri con compiti non ancora definiti.

Le associazioni, non solo quelle presenti, condannarono quei giorni di violenza e Amnesty International etichettò i fatti come “la  più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Secondo l’allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, non era successo nulla.


di Toni Castellano e Davide Pecorelli

20/07/2011
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