Falchi o colombe?

medioriente-thumbIl presidente israeliano, Shimon Peres, ha affidato al leader del Likud, Benjamin Netanyahu, di formare un nuovo Governo, dopo le elezioni della scorsa settimana, che hanno visto la vittoria della destra, oltre che il disastro dei laburisti. Probabilmente si andrà verso un Governo di Unità nazionale, con il partito di centro Kadima, guidato dalla combattiva Tzipi Livni (che ha annunciato di non volerne fare parte) e con i laburisti di Barak. Netanyahu, leader di destra, ha già fatto cenno ad alcune questioni fondamentali: il terrorismo palestinese (la guerra a Gaza non si è chiusa in maniera indolore: è solo un passo oltre i riflettori dei media internazionali), la crisi economica mondiale, la corsa al nucleare dell’Iran. Già, l’Iran. Le prossime elezioni vedranno in corsa, con tutta probabilità, il riformista e moderato Khatami (già due volte presidente, dal 1997 al 2005) e l’attuale leader Ahmadinejad (che tutti conoscono per le sue dichiarazioni su Israele, la Shoà e gli Usa). Ancora una volta il crocevia del Medioriente passa dalle elezioni presidenziali, che sono contese tra riformisti e fondamentalisti conservatori; ancora una volta questa strada si snoda verso ovest, fino a Washington, alla Casa Bianca, che da un mese ha un nuovo inquilino. Ancora una volta si ha la sensazione di essere spettatori di una vicenda insanguinata, che da troppo tempo si trascina e di cui vorremmo vedere la fine. Ma questa, anche e soprattutto dalle mani di tre presidenti, potrà passare o meno.

20/02/2009
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