Ddl anticaporalato approvato definitivamente

La Camera dei Deputati ha approvato ieri, 18 ottobre, il Ddl Martina-Orlando sul caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura.

Si volta pagina e si sceglie l’etica del lavoro, in un contesto, quello agricolo, che fino a oggi ha spesso preferito la scorciatoia del Caporalato; è una grande giornata per tutti: per il sindacato che questa legge ha fortemente voluto, per le lavoratrici e i lavoratori che hanno scioperato e manifestato per realizzarla.

Davide Mattiello, fondatore di Benvenuti in Italia e da sempre sostenitore convinto del provvedimento, commenta così: “E’ finalmente arrivato il risultato del tanto lavoro svolto: partendo dall’iniziativa ‘Arance Frige’ , passando per il convegno del 18 novembre 2015 e per l’ azione parlamentare che ha portato a Montecitorio dal Presidente Damiano la delegazione di lavoratori sfruttati in Piemonte, siamo arrivati a questo risultato.

Gli emendamenti già approvati nel codice antimafia sono stati tutti confermati: confisca obbligatoria, arresto in flagranza, estensione al datore, estorsione della prevenzione patrimoniale, responsabilità oggettiva amministrativa dell’ente.

Tra le altre, il nuovo 603 bis del codice penale non punirà più soltanto il caporale ma anche il datore di lavoro che sfrutta i lavoratori e le lavoratrici. Cioè si colpisce il ‘sistema’.”

È un punto di partenza importante per depotenziare sensibilmente il fenomeno del caporalato e che rappresenta un punto di partenza importante per sradicare lo sfruttamento in agricoltura – dichiara Fabio Ciconte, di Terra! Onlus e portavoce della campagna #FilieraSporca – Tuttavia, all’azione meramente repressiva è necessario affiancare quanto prima una legislazione basata sulla prevenzione, e dunque sulla trasparenza della filiera. Una pressione corale sulla Grande Distribuzione Organizzata e sugli altri punti chiave della catena, che contribuiscono a determinare i prezzi e le derive amorali del mercato del lavoro, è possibile soltanto a partire dall’adozione di una etichetta narrante, in grado di raccontare l’intera vita del prodotto, dal campo allo scaffale. Serve per questo un cambio di paradigma che rimetta al centro la dignità delle persone e riempia di senso il concetto di made in Italy, prima che rimanga soltanto un guscio vuoto.

In una nota Luigi Ciotti, presidente di Libera commenta l’ approvazione della legge sul caporalato: “Un passo in avanti fondamentale, un provvedimento necessario che va a colmare una lacuna dell’attuale legislazione italiana sul caporalato. Oggi il fenomeno del caporalato e dell’intermediazione illecita di manodopera non riguarda solamente alcuni territori del Sud ma è in crescita ed è esteso ormai in tutta Italia. I numeri e le storie di negazione della dignità delle persone – contenute nei rapporti annuali sulle agromafie – impongono uno scatto in più da parte di tutti. La riforma approvata compie dei passi in avanti notevoli perchè rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca dei beni accumulati illecitamente.

Tra gli altri soggetti la Fondazione Benvenuti in Italia ha seguito questo tema approfonditamente. Ha iniziato ad occuparsi del contrasto a questo fenomeno nel 2013, proponendo diverse azioni: il percorso del Protocollo Arance Frigie, oggi realtà, per lo Storico Carnevale di Ivrea; un convegno a Montecitorio il 18 novembre 2015, da cui è nato un quaderno della Fondazione; l’azione congiunta con InMigrazione nell’agro pontino assieme a Marco Omizzolo, per sostenere la causa dei Sikh, e tanto altro ancora.

Come associazione Acmos abbiamo accompagnato molte di queste esperienze e ci siamo interessati a questo tema diverso tempo fa: anche per questo non possiamo che dirci soddisfatti del percorso che ha portato all’approvazione del ddl.

19/10/2016
Articolo di