Cose nostre


Burrascoso è il mare, per quel che riguarda il pianeta Mafia.

Notizia di oggi è che imprenditori catanesi avevano rapporti saldi con Cosa nostra. E la politica aveva una “collusione perversa” con i boss: arrestate 48 persone e sequestrati beni per 400 milioni di euro. Secondo la procura etnea, ad esempio, il deputato regionale dei Popolari per l’Italia domani (Pid) Fausto Fagone ex sindaco del comune di Palagonia, arrestato oggi, avrebbe “intrattenuto strettissimi rapporti con Rosario Di Dio scarcerato nel 2003 dopo una detenzione per mafia”. Tra gli arrestati, oltre Fagone, ci sono anche il consigliere della Provincia di Catania dell’Udc, Antonino Sangiorgi, l’assessore del Comune di Palagonia, Giuseppe Tomasello, e l’imprenditore e assessore al Comune di Ramacca, Francesco Ilardi.
Indagato anche il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, che è estraneo al blitz, perché nei suoi confronti la Procura non ha richiesto alcun provvedimento.

Niente male, come quadro.

Ma la scorsa settimana, se possibile, le cose sono andate peggio!


Gaspare Spatuzza, il collaboratore di giustizia che sta raccontando la sua verità su via d’Amelio, tira in ballo uno 007, a suo avviso presente sul luogo della strage, il giorno prima, nelle fasi di preparazione (vedi qui).

Il generale Mori, intanto, iscritto nel registo degli indagati per accuse gravissime.

Anche Massimo Ciancimino, il figlio di “Don” Vito, che nell’ultimo anno ha rivelato particolari scottanti sulla trattativa Stato-Mafia, è indagato.


Nei nostri armadi, sembra si possa dire, non ci solo scheletri, ma anche cadaveri ancora freschi. Ancora una volta, il rapporto mafia, politica & corruzione, rimane il nodo centrale. Scioglierlo è l’unico modo, per contrastare le mafie nel nostro Paese, oltre che per superare il nostro cuore di tenebra, con i suoi morti e i suoi misteri.

03/11/2010
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