Mentre Libero De Rienzo leggeva il manifesto degli Stati Generali dell’Antimafia – Contromafie, a molti della delegazione piemontese brillavano gli occhi e non (o non solo) per la bravura e la simpatia dell’attore, ma per i punti che, via via che venivano elencati, ci ricordavano molto da vicino il lavoro fatto con L10.

L10, la piattaforma con le dieci proposte per i prossimi nuovi amministratori del Piemonte, ha costituito un lavoro di autoformazione, di confronto, di ricerca delle priorità, di lettura del contesto: le stesse caratteristiche incarnate dai workshop di sabato 24 ottobre, in cui migliaia di persone hanno trovato spazio di ascolto e parola, per setacciare via via le proposte e gli impegni di cui oggi c’è bisogno, per fare un deciso passo avanti nella lotta alle mafie.

Etica del personale politico, Priorità per il riutilizzo sociale dei beni confiscati, Centralità della scuola e della formazione permanente, Legislazione adeguata per evitare le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, tutti punti che possiamo ritrovare in entrambe le piattaforme, e che uniscono profondamente il lavoro di Libera Piemonte con quello di Libera nazionale.

Questo lavoro così distante eppure così corale, è dimostrazione del fatto che ora è la politica che deve fare la differenza.

Libera continua a prendersi la sua parte di responsabilità e porta avanti con impegno la sua missione.

L’antimafia sociale c’è e si vede, a differenza dei politici: in pochi hanno deciso di spendere il loro tempo per ascoltare le conclusioni degli Stati Generali.

Pensano di sapere già di cosa c’è bisogno e dunque di non necessitare di ascolto? “Se conoscete qualcuno che ha già capito tutto, salutatemelo e cambiate strada” (cit.)

Senza ascolto e confronto con la società civile la politica rischia di ripiegarsi su sé stessa, in un mondo lontano da quello reale.

Forza politici regionali, rispondete ad L10, fateci sentire come la pensate, discutiamone, ragioniamoci, ma non state FERMI, a parlare solo di poltrone.