Bocciato il referendum catalano

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A fine marzo una sentenza del Tribunale Costituzionale spagnolo ha dato ragione al presidente Mariano Rajoy: il referendum per l’indipendenza della Catalogna, indetto dal presidente della Generalitat de Catalunya Artur Mas i Gavarro, è incostituzionale.

 

La sentenza si riferisce a quanto accaduto il 23 gennaio del 2013, ovvero il momento in cui venne stilato l’atto politico rubricato come Dichiarazione di sovranità e del diritto a decidere del popolo di Catalogna”, e che fissava nel 9 novembre 2014 la data per il referendum per l’indipendenza. Nella dichiarazione si definiva la Catalogna come “soggetto giuridico e politico sovrano”, questione contestata da Rajoy, che due mesi dopo ha presentato il ricorso. La rivendicazione dei catalani è quella che dal 1714 viene sentita con un misto di orgoglio e rabbia dalla popolazione. Poco più di un anno fa, in occasione della Diada de Catalunya, una manifestazione mastodontica ha riportato in piazza milioni di persone nella capitale della regione, Barcellona.

Da allora Artur Mas, del partito Convergencia i union, ha cavalcato l’onda dell’autonomismo spinto a sinistra dalla Esquerra Unida e continuamente “bacchettato” da Rajoy sul piano nazionale. Il precedente a cui si guarda è sempre lo stesso: i Paesi Baschi, i quali mantengono un grado di relativa autonomia dalla Spagna superiore alla Catalogna, che pure ha la doppia lingua nazionale e il permesso di impartire le lezioni nelle scuole pubbliche in catalano. Il Tribunale Costituzionale, però, nelle trentotto pagine di spiegazione della sentenza, non manca di precisare che anche nel caso dei Paesi Baschi frenò tentativi di autonomia eccessivi.

 

La reazione dell’opinione pubblica catalana è esemplificata dai titoli de La Vanguardia, la nota testata catalana, che prima titola “Il Costituzionale considera illegale che la Catalogna si dichiari sovrana” e pochi giorni dopo esce con un articolo dettagliato “Chiavi della sentenza: quattro punti fondamentali per comprendere l’errore del Tribunale Costituzionale sulla dichiarazione di sovranità”.

 

Il punto su cui si torna a dibattere è semplice: la sovranità dei popoli che chiedono indipendenza. La Crimea sta facendo parlare di sé in questi giorni, ma molti ricordano le turbolenze europee ai tempi dello scontro tra l’ETA e il governo spagnolo, o le rivendicazioni della Scozia, o la guerra del Kosovo. Nonostante ognuno di questi paesi e popoli abbia scelto un diverso modo di rivendicare la sovranità, appoggiandosi ad una storia completamente differente, non si può non considerare il problema delle autonomie nella sua globalità, soprattutto nel momento che ci vede impegnati con le prossime elezioni europee.

 

03/04/2014
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