Bellissimi frutti

Lo guardo allibita tagliare un porro con la maestria di uno chef provetto, avrà 7 anni e con disinvoltura mi racconta che gli piace cucinare e che la sua specialità è la zuppa.

 

Sono davanti a uno dei piccoli cuochi che ha partecipato al concorso di cucina tradizionale organizzato dalla Ong per la quale lavoro qui in Colombia. Come lui, altri 300 bambini delle famiglie contadine che popolano i dintorni di Pasto, si sono cimentati in un compito non facilissimo da svolgere.

 

La sfida era quella di inventare una ricetta utilizzando solo prodotti originari delle varie zone, seminare nei propri orti i prodotti selezionati e partecipare a vari incontri sui concetti di agroecologia e biodiversità.

 

Ho avuto la fortuna di avere il compito di visitare tutti e 17 i gruppi partecipanti, per girare con i bambini un video che riassumesse i loro sforzi, per arrivare pronti al 6 di marzo, giorno in cui hanno presentato le ricette.

 

Dai più piccoli agli adolescenti, nessuno si è sottratto al difficile compito di raccontare davanti alla telecamera il percorso fatto, il perché della scelta del prodotto, di presentare orgogliosamente il proprio gruppo di appartenenza.

 

Li ho raggiunti in moto, in bus, in taxi, con la jeep. Ognuno di loro mi ha fatto sentire fortunata dell’esperienza che sto vivendo. “Come si dice in italiano cane? E macchina? E caffè? E il mio nome?”, nonostante i primi momenti di timidezza a vincere è sempre stata la curiosità di vedere arrivare una buffa straniera con gli occhiali da sole in testa e la telecamera al collo. E anche per me, dopo la timidezza nel presentarmi, ha vinto la voglia di spingerli a divertirsi a fare un video, a ridere del mio accento strano e a farmi abbracciare forte da alcuni di loro, arrivato il momento dei saluti.

 

Vederli presentare le ricette davanti a giurati di eccellenza mi ha fatto agitare per loro, come se fossero stati vecchi amici che si laureano.

 

La batata è tubercolo ricco di proprietà, può essere un sostitutivo della carne, la buccia fa molto bene alla pelle e serve anche per la prostata. L’abbiamo scelta perché è un prodotto del nostro territorio, non vogliamo perdere le radici che ci legano ai nostri antenati”. “E tu non volevi parlare davanti alla telecamera?” ribatto io.

Lei è Camilla, una ragazza che diventerà una grande leader, non solo sa elencare proprietà di frutta e verdura, ma fa vedere a tutti i compagni come si impasta, si frigge, richiama l’attenzione.

 

Poi c’è Fernanda che visibilmente agitata legge il discorso che ha scritto per il giorno del concorso, le parole, nonostante la paura le escono forti, chiare e sanno emozionare “Il processo che abbiamo svolto ci ha permesso di approfondire il concetto di agricoltura famigliare, portandoci ad avere un legame ancora più forte con la terra. Possiamo dire che in campagna c’è vita, giustizia, sogni e libertà.”

 

Stiamo raccogliendo il caffè, in un attimo arriviamo”, nel tour di riprese, sono stata anche in diverse scuole, una in particolare mi ha lasciata a bocca aperta. Un vivaio gigantesco, banani e canne da zucchero piantati in ogni dove, bambini chinati a raccogliere il caffè dalle piante che loro stessi avevano seminato mesi prima con il “profe”. Gli studenti non sono un gruppetto di figli di radical chic, ma tutti i bambini della piccolissima frazione di Cariaco, già esperti conoscitori dei frutti della terra. “Qui creiamo concime con differenti  elementi chimici, funziona!”, il Rettore mi indica un albero di avocado,  “Vedi sotto sta fiorendo, sopra già da frutti, è una cosa eccezionale!”.

 

A vincere è stato un fantastico involtino di banana creato da uno dei gruppi che più si sono impegnati a  seguire passo passo le tappe previste dal concorso : “Gli amici della naturalezza”, di un villaggio a un’ora di distanza da Pasto di nome Portachuelo, che non ci fanno mancare anche un bellissimo ballo con vestiti tipici e canaste di verdure.

 

Sono un sacco invidiosa di quello che sapete, di quello che avete”, gliel’ho detto un sacco di volte, perché l’idea di essere padroni del proprio cibo, di avere un rapporto con la terra indissolubile, di conoscere i trucchi della semina e della raccolta, è qualcosa che danno per scontato e forse non ci pensano che qualcuno nel mondo compra l’insalata mista con le verdure già tagliate.

 

 

 

 

 

 

 

 

16/03/2016
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