Arrivederci, amore ciao

w0thzrpt3Eluana si è spenta ieri sera.
Una morte è sempre una tragedia e, in questo caso, per quanto la si prevedesse, era diventata una vicenda che l’Italia seguiva, anche troppo da vicino, perchè diventata emblema di una battaglia di principio. Oggi i necrologi e i commenti si sprecheranno, ovviamente. Avremmo voluto un po’ più di pudore e rispetto prima, soprattutto per Beppino Englaro, padre silenzioso e presente, che ha sopportato per 17 anni questa sofferenza, incomprensibile e incommensurabile ai nostri occhi. Avremmo voluto la giusta distanza, verso l’ultimo atto di una vicenda che ha conquistato contro la volontà dei suoi diretti protagonisti, il palcoscenico dei media e della politica più becera, trascinata in una rissa sui temi etici con la delicatezza di un buldozer.
Ma serve a poco rimpiangere ciò che si desiderava. Oggi il cordoglio e l’affetto va a quella famiglia, alla dignità di papà Beppino e alla sofferenza della mamma, che c’è anche se non si è vista.
Una parola ancora, sul piano politico bisogna, tuttavia, spenderla. In questi giorni, al di là delle questioni di buon gusto di cui sopra, abbiamo assistito a uno scontro istituzionale senza precedenti, con un esecutivo e il suo premier, a imporre diktat al Presidente della Repubblica, a forzare la mano del lavoro del Parlamento, a minacciare di cambiare la Costituzione pur di arrivare a ciò che si erano prefissati: impedire che venisse fatta la volontà di Beppino Englaro, tutore legale di Eluana, cui anche la magistratura aveva dato ragione. Il tutto sospinto da una destra, mascherata dietro vergonose ipocrisie, a difesa di principi che quotidianamente irride o stravolge con le proprie azioni, che acuisce la frattura tra i poteri dello Stato, calpestando la sofferenza di innocenti.
Come lo vogliamo chiamare? Regime?
Forse non ha importanza quale sia il nome più corretto; serve sapere che riguarda tutti, per la qualità della vita (che sia biologica o sociale) di ognuno di noi.

10/02/2009
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