Antonio Landieri morirà un'altra volta

Di seguito la mail che ha scritto Rosario Esposito La Rossa.

Questo è il primo modo istintivo con il quale vogliamo dimostrargli la nostra vicinanza, un modo per dirgli che non è solo. Un modo per far sentire a tutti il grido di dolore e di rabbia, ancora una volta.

Mancano pochi mesi al 21 marzo. Poche settimane alla giornata nazionale delle vittime di mafia. Nel giorno di primavera a Napoli verranno migliaia di persone e manifesteranno in silenzio sul lungo mare. Ascolteranno i nomi delle vittime di mafia e tra quei nomi Antonio Landieri non ci sarà. Non ci sarà perché gli inquirenti hanno fatto indagini superficiali e ora non abbiamo nemmeno la possibilità di avere un documento dal Prefetto che attesti l’innocenza di Antonio. Sono passati 4 anni e questo calvario non finisce mai. Sono appena tornato dall’avvocato insieme ai genitori di Antonio. È uno scandalo, Antonio ufficialmente non è una vittima di mafia e i suoi assassini per lo stato italiano sono semplici ignoti.

Volete sapere il perché di tutta questa storia?

Perché un presunto informatore della polizia, di un commissario temporaneo milanese, ha dichiarato di conoscere un certo ET, che spacciava e la polizia in base ad un soprannome ha accusato mio cugino di essere uno dei capi delle piazze di spaccio di Scampia. Ha accusato Antonio Landieri, nonostante fosse spastico e non poteva camminare ne parlare correttamente. Oggi in mano abbiamo un autopsia che dice che lui non è stato ammazzato con colpi diretti, ma di rimbalzo. Basterebbe questo per la sua innocenza. Ma quale mafia affida al rimbalzo di un colpo la morte di un obiettivo. Per Antonio non è stato fatto nessuno processo, i genitori non sono stati chiamati a testimoniare un bel niente, nemmeno suo fratello Peppe il primo che l’ha soccorso, nemmeno sua sorella Stefania, nemmeno noi dell’associazione Vodisca. Non hanno testimoniato nemmeno i 5 ragazzi feriti, che tutt’oggi non hanno avuto nessun risarcimento. Hanno detto tutto di questo ragazzo, che era stato inseguito e poi ammazzo, che il sangue all’ingresso del suo palazzo era il suo e invece era di un suo amico, gli hanno negato i funerali pubblici seppellendolo come un boss, riesumato dopo 3 anni e 4 mesi, svuotato da tutti gli organi e riempito di quegli stessi giornali che parlavano male di lui.

Penso a noi dell’associazione, che abbiamo piantato l’albero Landieri, che abbiamo creato il concorso letterario Landieri, i tre memorial di calcio Landieri, il murales di 27 metri contro la camorra, le fiaccolate, le 1000 e passa persone che hanno firmato per dedicare una strada ad Antonio, artisti, politici, gente comune da ogni regione italiana. Abbiamo fatto tutto questo eppure Antonio morirà un’altra volta. Morirà e noi vedremo scende le lacrime sui volti dei nostri familiari, stringeremo quella maglia bucata e sporca di sangue. È una vergogna, è un delitto, noi familiari non sappiamo nemmeno chi sia questo presunto informatore, non sappiamo nulla e il sogno di creare la Fondazione Landieri, per dar un altro futuro ai ragazzi del quartiere di Scampia resta un sogno. Siamo demoralizzati, sfiniti, per quello che sta succedendo.

Facciamo parte di Libera, siamo il Presidio di Libera Scampia, il libro “Al di là della neve” ha girato tutta l’Italia oltre 200 presentazioni, 4 ristampe, migliaia di copie. Alla presentazione ufficiale del libro, la primissima, al tavolo di discussione c’erano anche esponenti delle forze dell’ordine. Com’è possibile. Il libro per i contenuti è il vincitore del Premio Siani 2008 e mio cugino agli atti resta un delinquente. Ci hanno detto è morto perché “si so’ ammazzati tra fetenti”.

Ci crolla il mondo addosso. Non sappiamo come muoverci. Cosa fare. Chi contattare. Ci tenevamo per questo 21 marzo. Ci tenevamo tanto eppure non ci sarà quel nome nell’aria. I Carabinieri quando 4 anni fa arrivarono a casa Landieri, non perquisirono nemmeno la casa, dissero si vede che siete brava gente. La polizia dice un fatto, i carabinieri un altro, che città è questa, che stato è questo. C’è una solo buona notizia, le indagini sono riaperte, dopo anni di archiviazione, sono riaperte. Oggi è il momento di far venir fuori questa maledettissima storia.

Qui in questa mail chiedo a tutte le persone che in questi anni ho conosciuto, che mi hanno incontrato, di aiutarci. Chiedo aiuto. Ve lo chiedo umilmente. Ve lo chiedo stanco per tutto quello che succede. Voi avete visto chi siamo, quello che facciamo, i nostri occhi, le nostre parole. Voi siete testimoni. Davide Mattiello un giorno mi disse, che le mafie prima ti uccidono e dopo ti infango il nome. Ci stanno infangando caro Davide. Ci stanno infangando. Mi dicesti anche che in quel preciso istante che avremmo ricevuto fango e merda in faccia tutti quelli che avevano ascoltato, ci avevano visto negli occhi, ci avrebbero aiutato, sarebbero stati il nostro giubbino antiproiettile. Ne abbiamo bisogno. Noi siamo con lo stato, quello giusto, quello che restituisce dignità ai morti ammazzati dalla camorra. Prego i ragazzi del Piemonte, Libera Napoli, Geppino Fiorenza, Paolo Siani, tutti gli amici di Scampia, chi fa parte e faceva parte di Vodisca, Pasquale, Gianni, gli Aranci Meccanica, Luca, Michele, Christin, Salvatore, Vincenzo. Prego tutti di aiutarci, un consiglio, una proposta, un qualsiasi cosa. Vorremmo fare una messa in memoria di Antonio, quella che non ha mai ricevuto. Per anni canzoni, fumetti, libri, spettacoli, hanno raccontato di Antonio. Pensavamo di essere in tanti, oggi siamo profondamente soli. Combattiamo contro i fantasmi, un male peggiore delle pistole, dei proiettili in petto. Un male dentro. Aiuto. Aiuto. Aiuto.

…abbiamo un sogno, vogliamo che un giorno in piazza Landieri ci sarà un masso pesante come questo dolore che portiamo dentro che dirà…in memoria di Antonio Landieri, 25enne disabile, vittima innocente di camorra, ammazzato a Scampia, più volte dalla ferocia dei clan, ma oggi libero. Oggi un gabbiano alto nel cielo, liberato da tutti quelli che credono in un mondo diverso.

Rosario Esposito La Rossa

25/11/2008
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