Antimafia: eppur si muove…?

bilancia_della_giustiziaL’operazione di polizia “Eos” ha portato, ieri, all’arresto di 21 affiliati a Cosa Nostra, nel regno che fino a pochi mesi fa era dei Lo Piccolo. Si ipotizzano perfino rapporti con il mondo politico, al punto che un assessore regionale, Antonello Antinoro (delega ai beni culturali), è indagato con l’accusa di voto scambio. In questi ultimi giorni, inoltre, è stato arrestato il boss Raffaele Diana, camorrista, nella lista dei 30 ricercati più pericolosi; in più, dieci giorni fa, il boss della ‘ndrangheta Salvatore Coluccio, esponente di spicco di una delle cosche calabre maggiormente inserite nel circuito del narcotraffico mondiale e fra i latitanti più pericolosi d’Italia, è stato arrestato.

Roberto Maroni, ministro degli Interni, minacciava di chiedere la fiducia per i provvedimenti antiracket, inseriti nel pacchetto sicurezza, che avrebbero reintegrato l’obbligo di denuncia per chi subisce l’estorsione: cosa che puntualmente è avvenuta, con l’approvazione alla Camera, nella giornata di ieri. Strana e grottesca situazione quella in cui versa il nostro Paese. Da una parte si deve riconoscere che le norme introdotte, per il contrasto alla criminalità organizzata, sono un passo in avanti importante. Certo, è lo stesso pacchetto sicurezza che vara ufficialmente le ronde e il reato di immigrazione clandestina, sulle quali non c’è nemmeno da spendere una parola, tanta è la nostra avversità e indignazione. Il trionfo dell’assurdo arriva poi, se si pensa che il principale artefice di tutto ciò è il combattivo ministro leghista Maroni; Il cui sottosegretario, Alfredo Mantovano, è il principale responsabile della vergognosa vicenda, che da ormai quattro giorni, si trascina in attesa di un epilogo, a Roma, con Pino e la sua famiglia. Insomma, tre pesi e tre misure: ma quando si gioca sulla pelle delle persone, non si può più accettare di scherzare.

15/05/2009
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