Accanto ai vivi

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“Memoria ed impegno.”

Quante volte ce lo siamo ripetuti.

“Loro sono morti perchè noi non siamo stati abbastanza vivi”.

Quante volte lo abbiamo gridato.

Questo è il momento di dimostrare, una volta di più, coerenza, in nome dei diritti sanciti nella nostra Carta Costituzionale, nella quale crediamo fermamente.

Stiamo parlando del nostro impegno in difesa di quei vivi, che non vogliamo ricordare come martiri.


Stiamo parlando di Pino Masciari e di Pino Maniaci, perchè in loro riconosciamo la speranza, il coraggio, ma anche la fatica di chi lotta quotidianamente, a rischio della vita per le proprie scelte.

Sono stati giorni densi, tesi e appasionati, più del solito.


Pino Masciari ha annunciato il suo sciopero della fame e della sete, per chiedere l’ottemperanza della sentenza del Tar che ha riconosciuto il suo diritto alla sicurezza e ad un lavoro, quindi ad una nuova vita.


Pino Maniaci è stato raggiunto dall’ennesima querela, tesa ad infangare il suo già difficile lavoro di “cane da guardia”.


Sabato scorso erano insieme a Bussoleno, in occasione del Valsusa Filmfest, per incontrare i ragazzi delle scuole, così come hanno fatto in questi mesi, per portare la loro testimonianza di come sia possibile un’Italia diversa, più giusta.

Nonostante tutto, nonostante le loro storie trasudino ingiustizia e fatiche, a partire proprio dalla carta costituzionale.

Per farlo, occorre non voltare la testa dall’altra parte.

E non pensiate che sia retorica spicciola.

La retorica è l’arte di convincere le persone delle proprie tesi. E’ vuota e fine a se stessa, quando è fatta di sole parole e non di concretezza.


Abbiamo ancora da misurare la concretezza di questi due “Pino”?


12 anni e più di programma di protezione, condito da vessazioni e lungaggini burocratiche, una sentenza del Tar che riconosce il prezioso contributo nella lotta alla criminalità organizzata, che riconosce il diritto alla sicurezza e che ordina l’immediata otttemperanza, è questo un elenco che non avrebbe fine e che ci deve far riflettere: quanta pazienza devono ancora avere i Masciari?

La scelta di Pino è sofferta, ma come al solito determinata. Noi abbiamo il dovere di fare tutto quello che è in nostro potere per camminare ancora insieme a lui.


Oggi è Pino Masciari con la sua famiglia che cerca dignità, domani potremmo essere noi.


Oggi è Pino Maniaci che rischia la vita per fare informazione in un territorio difficile, domani saremo noi.


Dalla piattaforma di Telejato si può leggere:

“Dicono di noi che siamo la televisione più piccola del mondo ma in realtà esagerano perché crediamo che ogni essere umano che abbia voglia di informare di fatto è una redazione”.

E’ con questo spirito che dobbiamo continuare a resistere e a lottare, uno spirito che oso definire Costituzionale.

Lo spirito per cui ognuno deve fare la sua parte, anche per quelli che verranno.

Ognuno nel suo piccolo, con i laboratori nelle scuole, con l’educazione alla cittadinanza e alla legalità, con la prossimità, con lo spenderci in un presidio di Libera e nei beni confiscati, con il sentirsi parte di “una grande comunità in movimento”.

Oggi il nostro impegno è più che mai compromesso.


www.pinomasciari.it


difesa popolare masciari


www.telejato.it




31/03/2009
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