36° Torino Film Festival

Qualche suggestione, nel pieno della 36sima edizione del Torino Film Festival. Il film di apertura, “The front runner” (di J. Reitman) è la storia vera di Gary Hart, favorito alle primarie del partito democratico americano nel 1988, travolto da uno scandalo sessuale: protagonista Hugh Jackman, alla sua prova adulta di attore, senza artigli e con i vestiti addosso!

“Wildlife”, tratto da un libro di Richard Ford, è il bell’esordio alla regia dell’attore Paul Dano: la crisi coniugale di una coppia, nel Montana degli anni ’60, raccontata con gli occhi del figlio adolescente. Una storia che somiglia al delizioso “All these small moments”, di M. B. Miller: il protagonista è alle prese con i turbamenti amorosi, la scuola, i suoi genitori in crisi.

“Angelo”, invece, pellicola che racconta la poco conosciuta e incredibile storia di Angelo Soliman, bimbo africano venduto come schiavo all’inizio del Settecento, diventa un’attrazione per l’alta società e le corti europee, si fa massone e muore in là con gli anni. Peccato che il film sia come trasportare uno zaino pieno di mattoni, facendo le scale: lento e pesante, oltre che fin troppo metaforico!

“Il mangiatore di pietre”, thriller di montagna tratto da un romanzo di Davide Longo e ambientato sui monti piemontesi, è un giallo sgangherato, quanto pretenzioso, nonostante il sempre bravo Luigi Lo Cascio. Tranquillamente evitabile, anche in futuro.

Bella sorpresa “Ride”, esordio alla regia di Valerio Mastandrea, da domani nelle sale in programmazione ordinaria: la storia di una giovane donna, che non riesce a piangere la morte appena avvenuta del marito.

“Oiktos” di B. Makridis, una storia feroce e caustica, che racconta di un avvocato con la moglie in coma: le conseguenze della malattia della donna saranno imprevedibili. Sceneggiatura nera a firma di E. Fillipou, abituale collaboratore di Lanthimos.

“Marche ou crève” racconta la difficile e quotidiana fatica di un uomo che accudisce la figlia disabile, Manon. Lo fa insieme all’altra figlia Elisa. Quanto si può dedicare a un figlio “imperfetto” il proprio amore, in modo totalizzante? A quanto si rinuncia di se stessi, in questo modo? Commovente e delicato.

“El reino”, parabola sulla corruzione in politica: Manuel Gomez Vidal (A. de la Torre), politico intrallazzatore, messo alle strette dalle indagini della magistratura sul suo conto, non ci sta a pagare per tutti e medita di trascinare con sè il suo intero partito. Thriller da ritmo serratissimo.

E c’è ancora tanto altro, “Nanni Moretti presenterà il suo documentario, “Santiago, Italia”, a chiusura del Festival, nelle sale poi dal 6 dicembre.

Godetevi ancora questi giorni!

28/11/2018
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